Passera: “Disagio sociale mette a rischio la tenuta del Paese”

di Redazione

Corrado PasseraROMA. “Il disagio sociale e diffuso legato alla mancanza di lavoro in Italia è più ampio di quello che le statistiche dicono. È a rischio la tenuta economica e sociale del Paese”.

L’allarme viene lanciato dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Sul tema interviene anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio all’assemblea di Rete Imprese Italia. Occorre “restituire fiducia agli operatori in una prospettiva di ripresa dell’economia”, scrive il capo dello Stato, che aggiunge: “L’assemblea 2012 si svolge in un momento di forti preoccupazioni per l’andamento dell’economia e le prospettive dell’occupazione, in particolare dei giovani e delle donne. Con il prolungarsi della crisi le piccole e medie imprese, che costituiscono parte essenziale e propulsiva del sistema produttivo italiano, incontrano crescenti difficoltà nonostante il forte dinamismo e il grande spirito di adattamento che tradizionalmente le caratterizza. Sono certo – sottolinea Napolitano – che l’assemblea di Rete Imprese Italia, con la sua originale esperienza di stretta collaborazione tra le rappresentanze delle piccole e medie imprese di tutti i settori produttivi, potrà offrire un notevole contributo di analisi e proposta che consenta di alleviare tale stato di sofferenza e contribuisca a restituire fiducia agli operatori in una prospettiva di ripresa dell’economia”.

Non si placa, intanto, lo scontro tra governo e sindacati sui lavoratori “esodati”, quelli rimasti senza lavoro in seguito a uno stato di crisi e poi anche senza pensione in seguito alla riforma Fornero. Nonostante le proteste, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, tira dritto e presenta alle organizzazioni sindacali il decreto sui 65 mila lavoratori che saranno salvaguardati rispetto alle nuove regole per accedere alla pensione, rinviando la discussione sul resto della platea. Questa strada per i sindacati non va bene e deve essere cambiata, perché – sostengono – crea disparità, mentre va trovata una soluzione per tutti. “La riforma delle pensioni è stata molto dura e ha creato dei problemi a molte persone e molte famiglie, problemi dei quali il governo è consapevole”, ha affermato Fornero. Il ministro ha poi voluto ricordare le “circostanze in cui è stata approvata, di crisi finanziaria, e con la prospettiva di un vero baratro finanziario, le cui conseguenze non sono mai da scordare quando si parla dei problemi creati dalla riforma”. Fornero ha anche sottolineato come “nessuna riforma del sistema previdenziale può funzionare senza un buon andamento dell’economia e una riforma del mercato del lavoro”. Un mercato che deve essere “più inclusivo e dinamico di quanto sia mai stato”.

“Ci sono tanti modi per trovare le risorse per tutti gli esodati. Possono fare l’accordo con la Svizzera, usare parte delle risorse recuperate dall’evasione, fare per tante ragioni una bella e seria patrimoniale”, dice il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui “la soluzione proposta non va bene perché crea disuguaglianze e guarda solo al breve periodo”.

“Il problema dei cosiddetti esodati non è un numero e soprattutto richiede uno studio più attento delle categorie interessate”, sostiene il presidente Inps, Antonio Mastrapasqua. “C’è un diritto soggettivo delle persone – ha affermato rispondendo alla domanda su quanti siano gli esodati – e ridurlo a un numero mi sembra una mortificazione”. Secondo Mastrapasqua occorre prima “individuare le categorie e poi fare il numero”. Il manager si è poi soffermato sulla riforma delle pensioni realizzata in Italia definendola come “una grossa riforma”. Quindi si è rivolto ai giovani che “debbono capire la nuova riforma, studiarla, approfondirla”.

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