Le Nuove Br in aula: “E’ il momento buono per la rivoluzione”

di Redazione

Alfredo DavanzoMILANO. “Viva la rivoluzione, avanti la rivoluzione, questo è il momento buono”. Così Alfredo Davanzo, uno degli imputati del processo milanese alle Nuove Brigate Rosse, …

… ha risposto dalla gabbia ad un cronista che gli chiedeva cosa pensasse di quello che sta accadendo in questi giorni, con riferimento anche alla gambizzazione di Roberto Adinolfi. Davanzo, ritenuto il presunto ideologo delle Nuove Br del Partito Comunista Politico-Militare, è uno dei dodici imputati nel processo milanese d’appello “bis” ed è stato condannato nel precedente giudizio di secondo grado a 11 anni e 4 mesi.

E’il secondo processo d’appello alle nuove Brigate Rosse dopo che, a febbraio, la Cassazione ha annullato con rinvio le condanne inflitte il 24 giugno 2010 ai 13 imputati, accusati di aderire al movimento, che tra gli obiettivi avrebbe avuto anche il giuslavorista Pietro Ichino. La suprema corte ha annullato anche la costituzione a parte civile del giurista.

Una trentina di antagonisti ha manifestato solidarietà agli imputati davanti a Palazzo di Giustizia: i giovani, soprattutto vicini al centro sociale Gramigna di Padova, hanno allestito un gazebo in corso di Porta Vittoria, di fronte all’ingresso principale del tribunale, e hanno affisso alla cancellata esterna uno striscione con la scritta “Rivoluzione e lotte non si processano”, firmato dall’“Associazione parenti e amici degli arrestati il 12/02/2007”.

A condurre l’inchiesta, che nel 2007 aveva portato agli arresti nel Nord Italia, era stata condotta dal pm Ilda Boccassini. Gli imputati erano stati condannati in primo grado a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo, banda armata, detenzione illegale di armi e altri reati. Nel 2010 la sentenza era stata confermata in appello.

Le condanne più pesanti (14 anni e 7 mesi) erano andate a Davide Bortolato e Claudio Latino, ritenuti rispettivamente a capo delle cellule padovana e milanese delle nuove Brigate rosse-Partito comunista politico militare (Pcpm). Davanzo, che secondo l’accusa era l’ideologo del gruppo, è stato condannato a 11 anni e 4 mesi, una pena di 13 anni e 5 mesi era stata inflitta a Vincenzo Sisi, 10 anni e 10 mesi a Bruno Ghirardi, 10 anni e 8 mesi a Massimiliano Toschi; 8 anni a Massimo Gaeta. Altre quattro persone erano state condannate a pene inferiori ai 4 anni imputati avevano invece avuto pene inferiori ai 4 anni. Federico Salotto, in primo grado condannato a 3 anni e 6 mesi, era invece stato assolto.

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