Grillo: “Bomba o non bomba arriveremo a Roma”

di Redazione

Beppe Grillo ROMA. “Bomba o non bomba, arriveremo a Roma”. Beppe Grillo cita Antonello Venditti e in un post pubblicato sul suo blog personale annuncia battaglia contro ogni ostacolo all’affermarsi del suo Movimento.

“Nell’aria c’è odore di zolfo, – scrive – ma il cambiamento non si può arrestare”. Grillo sul parla di “ottime probabilità del ritorno di una stagione stragista” e di “bombe e attentati” come “biglietto da visita” di chi vuole “mantenere gli interessi costituiti”. “Se tre indizi (il ferimento di Adinolfi a Genova, la bomba di Brindisi e le continue esternazioni sul ritorno del terrorismo) fanno una prova, allora ci sono ottime probabilità del ritorno di una stagione stragista”, spiega il leader 5 stelle. “Per ora le nuove sigle e i nuovi bombaroli non sono all’altezza di piazza Fontana, che bloccò le aperture a sinistra di Aldo Moro, o della stazione di Bologna, alla quale fecero seguito un decennio di craxismo e un ventennio di berlusconismo. Forse ritengono che alzare il tiro non sia ancora necessario”.

“Nei momenti di cambiamento o meglio in cui il cambiamento si manifesta possibile – sottolinea Grillo – le forze che vogliono mantenere gli interessi costituiti, economici e politici, bussano alla porta con grande energia. Le bombe e gli attentati sono il loro biglietto da visita. I fatti del dopoguerra ci hanno insegnato che godono dell’impunità”.

Il fondatore del M5S ricorda poi la ricorrenza del ventennale della morte di Giovanni Falcone: “La sua morte – afferma – fu un monito a chiunque volesse un cambiamento radicale, un rinnovamento. Lo sventramento di Capaci fu un messaggio, un monumento di sangue. Quanti, tra coloro che oggi lo piangono pubblicamente, sono stati a guardare mentre veniva macellato in vita? Lo stesso trattamento fu riservato a Borsellino che sapeva perfettamente di essere un morto che cammina, un Cristo laico che si avviò consapevole al martirio, tradito da una parte dello Stato di cui era esemplare servitore”.

Grillo cita anche le parole di Roberto Scarpinato da “Le ultime parole di Falcone e Borsellino”, nella parte in cui afferma che “la realtà racconta che gli assassini di Falcone e Borsellino e i loro complici” hanno “anche i volti di tanti, di troppi sepolcri imbiancati. Un popolo di colletti bianchi che hanno frequentato le nostre stesse scuole e che affollano i migliori salotti: presidenti del Consiglio, ministri, parlamentari nazionali e regionali, presidenti della Regione siciliana, vertici dei servizi segreti e della polizia, alti magistrati, avvocati di grido dalle parcelle d’oro, personaggi apicali dell’economia e della finanza. Tutte responsabilità certificate da sentenze definitive” e “tuttavia rimosse”.

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