Fiorentina, Ljajic a Rossi: “Sei più handicappato di tuo figlio&quot

di Redazione

 Possono 10 secondi di “follia” offuscare 20 anni di meticoloso e serio lavoro? Puo’ un uomo di 52 anni essere catapultato, via Youtube, nelle case di Pechino come di Chicago quale simbolo della violenza nel calcio?

Queste domande hanno agitato il sonno di Delio Rossi, da ieri sera “ex allenatore” della Fiorentina. Mercoledì sera, all’Arechi, la Fiorentina al termine di una stagione deficitaria, è sotto 2 reti a 0 contro il modesto Novara (il match terminerà 2 a 2). La curva contesta, ed al 32’ del primo tempo mister Rossi decide di sostituire la giovane ed incostante punta Adem Ljajic. Il ventunenne serbo reagisce con un sorriso di sdegno e, accomodatosi in panchina, lancia improperi ed offese al suo tecnico.

E’ in questo preciso attimo che qualcosa scatta nella mente di una persona riconosciuta come mite; Rossi aggredisce fisicamente il suo calciatore. Pugni, calci ed un pestaggio di una violenza simile a quella degli ultras più facinorosi. I commentatori sportivi si stropicciano gli occhi: un allenatore che picchia il suo calciatore. La Fiesole è con il suo mister, lamentando il poco impegno degli strapagati ragazzi della Viola ma inveendo, anche, contro la società rea, a loro dire, di smobilitare la squadra attraverso un ridimensionamento degli investimenti.

Tuttavia, arrivano alcune indiscrezioni secondo cui Ljajic, dopo la sostituzione, avrebbe urlato al suo tecnico, che ha un figlio diversamente abile, la orribile frase “Sei più handicappato di tuo figlio”. Frase che, come si è ampiamente visto, ha scatenato il nervo scoperto di Rossi, che ha reagito in modo scomposto. “Il gesto è assolutamente da condannare, ma non create un mostro”. A difendere Delio Rossi è il figlio, Dario. “In 28 anni – ha detto intervenendo in diretta a Radio Radio – mio padre non ha alzato neanche un dito su di me. Non so cosa sia successo, di sicuro non ha insultato Ljaijc come dite. Sul gesto non c’è da discutere, ma la persona non si può attaccare”.

Dopo la notizia il calciatore serbo ha chiesto scusa: “Ho chiesto scusa al signor Rossi dopo la gara: quello che ho fattoè stato per un turbine di frustrazione e per il mio grande desiderio di aiutare la squadra a vincere ancora una battaglia fino alla fine. Voglio scusarmi con societa’ e tifosi. Sono pronto a prendere qualsiasi punizione. Vorrei inoltre augurare al signor Rossi il meglio per il futuro”.

“Pochi secondi che hanno sfogato mesi di stress. Ma nessuna provocazione giustifica una tale reazione”: queste le parole con cui il presidente Della Valle ha esonerato il tecnico romagnolo.

L’indomani la squadra è affidata al dirigente Guerini per le ultime due partite. Il talento serbo Ljajic, sospeso in attesa di appurare il contenuto delle sue provocazione, ha annunciato di aver sporto querela nei confronti del suo ex mister. Rossi, attento padre di 3 figli, ha speso una vita nel calcio. I galloni di allenatore “da A” se l’era conquistato sul campo. Prima, quale profeta del calcio champagne, aveva portato alla storica promozione in A la Salernitana, poi era divenuto il simbolo dell’austerity della Lazio vincente in coppa Italia.

Quest’anno era stato chiamato al capezzale della “Fiore”, protagonista di un nuovo progetto basato sui giovani e sulla cultura del lavoro, in distonia con gli attuali valori del calcio. Un gioco, fatto di “stress” ed investimenti pari al Pil di un paese in via di sviluppo, che ha portato uno stimato cinquantenne a picchiare uno sbruffoncello in calzoncini. Il tutto in soli dieci secondi.

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