Nato, via a scudo antimissile. Exit strategy per Afghanistan

di Redazione

RasmussenCHICAGO. I 28 Paesi della Nato hanno lanciato la prima fase operativa dello scudo antimissilistico al Vertice di Chicago.

“A Lisbona avevamo concordato di creare lo scudo antimissile e oggi a Chicago questo progetto è diventato una realtà”, ha dichiarato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, in un incontro con la stampa. “E’ il primo passo verso un obiettivo di lungo periodo di provvedere una protezione completa per i nostri paesi e le nostre popolazioni”, ha aggiunto Rasmussen. Lo scudo diventerà interamente operativo tra il 2015 e il 2017. Ma con la decisione presa oggi a Chicago, l’alleanza sarà in grado da subito di fare lavorare insieme interceptor, satelliti e radar e di creare una rete capace di condividere informazioni e allarmi.

Rasmussen ha difeso la decisione dell’Alleanza di andare avanti nonostante l’ostilità della Russia. A Lisbona, Mosca aveva lasciata aperta una porta per la cooperazione con l’Alleanza verso una minaccia ritenuta comune. Ma in questi due anni l’attitudine è molto cambiata. Le relazioni con Mosca si sono via via raffreddate e la “retorica” è salita di tono durante la campagna elettorale per le presidenziali russe. Fino alla decisione del presidente russo Vladimir Putin di non raccogliere l’invito per un Summit Nato-Russia a Chicago. Ufficialmente per ragioni di agenda. Di fatto per marcare la contrarietà di Mosca ad un progetto giudicato ostile.

“LA RUSSIA NON DEVE TEMERE”. Lunedì Rasmussen è tornato alla carica. “La Russia non dovrebbe temere nulla dal nostro scudo che è puramente difensivo e non è indirizzato contro nessun paese in particolare”, ha affermato il capo dell’Alleanza. “A Lisbona, abbiamo invitato la Russia a cooperare e questo invito resta valido”. Il vertice della Nato “ha approvato – ha detto ancora Rasmussen – oltre 20 progetti di cooperazione multinazionale che ci consentiranno di dotarci dei mezzi di difesa di cui abbiamo bisogno a prezzi sostenibili”. I progetti si inscrivono nella strategia della ‘smart defense’, cioè della difesa intelligente, con la quale l’Alleanza cerca di mantenere inalterata la sua capacità difensiva pur in una situazione di tagli ai bilanci della difesa e di austerità economica.

ITALIA COOPERA A PROGETTO MONITORAGGIO. “Abbiamo deciso di acquistare cinque droni per migliorare il monitoraggio”, ha detto Rasmussen citando il progetto Ags (Alliance Ground Surveillance) della Nato nella base di Sigonella (Catania), nato dalla cooperazione tra 13 paesi, tra cui l’Italia. “Inoltre abbiamo acquistato robot per rimuovere le bombe per strada”, ha aggiunto il capo della Nato. Anche questo ultimo progetto vede la partecipazione dell’Italia, che ne è anzi il paese guida. Si tratta soprattutto di neutralizzare gli ordigni artigianali che vengono messi dagli insorti lungo le strade in Afghanistan per colpire veicoli e militari.

AFGHANISTAN. La Nato confermerà l’exit strategy dall’Afghanistan già annunciata settimane fa dal numero uno del Pentagono, Leon Panetta: le forze afghane saranno messe in grado di essere operative già a partire dalla metà del 2013, con le truppe dell’Alleanza atlantica che cesseranno di combattere e resteranno sul territorio con funzione prevalentemente di supporto fino al 2015. La Francia del neopresidente Hollande ha poi confermato – come ripetutamente promesso in campagna elettorale – la sua intenzione di ritirare le truppe da Kabul, ma ha anche promesso un impegno francese sotto altra forma. Ovvero un ruolo nell’addestramento delle truppe afghane e contributi finanziari, due elementi che rendono meno traumatica l’uscita anticipata. E dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 milioni di euro il contributo dell’Italia alla sicurezza del Paese. E’ quanto riferiscono fonti Nato presenti al summit. La cifra definitiva sarà ufficializzata nel corso della seconda giornata di lavori dal governo italiano. Il contributo si intende annuale e scatterà dal 2015 fino al 2017.

SIRIA. Non c’è al momento l’ipotesi di un intervento militare in Siria, ma gli Stati e i loro alleati europei e nell’area non allenteranno la pressione sul regime di Assad, anche con ulteriori sanzioni. Lo hanno detto nel corso di un briefing a margine del vertice il viceconsigliere alla sicurezza della Casa Bianca, Ben Rhodes, e l’ambasciatore Usa presso la Nato, Ivo Daalder.

SCONTRI TRA POLIZIA E MANIFESTANTI. Fuori da McCormick Place, il centro congressi che ospita il summit, tensione tra polizia e manifestanti. Al termine di un corteo che si è snodato pacificamente per la metropoli dell’Illinois, un gruppo di contestatori ha tentato di sfondare il cordone di sicurezza. Quarantacinque manifestanti sono stati arrestati e portati via e alcune persone hanno riportato ferite, tra cui quattro poliziotti. I disordini sono scoppiati al termine della manifestazione, quando i poliziotti con gli elmetti blu e in tenuta antisommossa hanno fissato un ultimatum a centinaia di attivisti che si rifiutavano di lasciare la zona. Ci sono stati momenti di tensione, con alcuni giovane che scandivano slogan come “Chiudere la Nato”, e poi una carica degli agenti che hanno portato via diversi attivisti tenendoli per mani e piedi. Il corte, durante il quale attivisti vestiti di nero hanno lanciato bottigliette d’acqua contro gli agenti, era organizzato tra gli altri dalla Coalizione contro Nato e G8.

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