Il Suap non apre e comincia a cadere a pezzi

di Antonio Arduino

 AVERSA. Perché non apre i battenti lo Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap), destinato a raggruppare in un solo edificio tutti quanti gli uffici deputati al disbrigo delle pratiche burocratiche da svolgere per chi volesse avviare un’attività produttiva?

Doveva essere alloggiato nella palazzina costruita in piazza Crispi su suolo dell’ex Ctp grazie ad un finanziamento di 2 milioni e 698 mila euro concessi per grande parte (1 milione 898 mila euro) dal dipartimento della Funzione Pubblica nell’ambito delle attività del Formez che è pronta dal 2010 ma non ancora non apre, perché? Abbiamo posto la domanda da queste colonne pochissimi giorni fa e la risposta è arrivata dagli uffici municipali.

Il Suap non c’è perché sarebbe mancata la collaborazione della parte privata, indispensabile per realizzare il progetto che era nato come iniziativa di connubio pubblico-privato. Per realizzare l’edificio l’amministrazione cittadina avrebbe fatto per intero la sua parte spendendo, oltre alla somma concessa dal Formez altri 800 mila euro presi dalle casse comunali ma sarebbe venuta meno la parte privata, rappresentata da una Associazione Temporanea d’Impresa (Ati) costituita dall’Ascom-Confcommercio, Clai (Confederazione Lavoratori Artigiani Italiani) e Pantalia (società di softwer) appositamente per dare vita al Suap, che avrebbe dovuto provvedere sia ad arredare ed attrezzature lo stabile sia ad attivare il sistema informatico necessario a mettere in rete il servizio offerto dal Suap, impegnando una somma di circa cinquecento mila euro. Se l’Ati avesse fatto la sua parte oggi lo sportello unico funzionerebbe, garantendo certezza dei tempi e trasparenza delle procedure agli imprenditori.

Inoltre, avrebbe avuto anche un ruolo di promozione e coordinamento dello sviluppo dell’area dei comuni aderenti all’iniziativa perché con Aversa, nel 2001, si erano consorziati i comuni di Carinaro, Gricignano, Orta di Atella, Succivo, Cesa, Sant’Arpino, Casaluce e Teverola appositamente per dare vita allo Sportello Unico comprensoriale. Oggi tutto questo, forse, non è più possibile e la struttura di piazza Crispi sembra destinata al degrado per il mancato rispetto degli impegni assunti dall’Ati con il comune di Aversa. Tanto che già comincia a cadere a pezzi.

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