Ferrara analizza il voto: “Sagliocco ne esce dimezzato”

di Nicola Rosselli

Lello FerraraAVERSA. “Il bello e il brutto della democrazia, quando gli elettori si pronunciano, sono i numeri”. Inizia con questo incipit l’intervista con Lello Ferrara, già due volte sindaco di Aversa, leader del movimento “Aversa Bene Comune” e mancato candidato alla poltrona di primo cittadino in occasione delle ultime amministrative.

Ultime amministrative il cui risultato è oggetto di una pacata riflessione “numerica che non vuole dare giudizi”. Come valuta i risultati elettorali? “Il primo dato che salta agli occhi di chiunque è la differenza del 20% tra i voti raggiunti dai partiti della coalizione di centrodestra e il candidato a sindaco. Credo che un fenomeno simile, di questa portata, non si sia mai visto prima e, stranamente, nelle prime 24 ore dall’annuncio dei risultati elettorali nessuno ha dato risalto a questo dato. Il sindaco eletto esce dimezzato, la maggioranza che lo sostiene gli ha inflitto un vulnus. Si può anche dire che ci sia stato un rifiuto spontaneo a votare Sagliocco, ma, davanti a circa seimila voti, non si può negare che è stato necessario un minimo di organizzazione nel tentare di indebolire il candidato a sindaco e portarlo al ballottaggio”.

Insomma, la partita, come sostiene Abc, continua a essere “truccata”? Si. C’è stato un accordo nel centrodestra oserei dire quasi contro natura che ha prodotto questo mostro. E’ evidente che queste contraddizioni politiche si riverbereranno sul cammino dell’attuale maggioranza. Voglio, inoltre, evidenziare che se esiste una possibilità di controllo del voto di queste dimensioni, con migliaia di elettori ‘controllabili’, il consenso in questa città ha risvolti patologici. Saremo, se così fosse, dinanzi ad un sistema di potere che preoccupa, capace di indirizzare il voto dando vita ad un’ampia forbice. La sensazione è che sembra di trovarsi nel vortice del delirio di onnipotenza di una parte della maggioranza che ha preteso di tentare di buttare a mare il proprio candidato sindaco e ci sarebbe riuscita se il risultato delle liste fosse stato sempre alto, ma sotto il 70%”.

Non crede che tutto questo spazio al centrodestra sia anche demerito del centrosinistra? “La scomparsa dell’opposizione è evidente. Si raccoglie quanto seminato in questi anni dove il centro sinistra non ha mai svolto, un pur minimo, cenno di attività politica o di opposizione. I tre grandi partiti della coalizione, Pd, Idv e Sel, ridotto all’11% è un risultato che non ha bisogno di alcun commento. Noi di Abc avevamo fatto notare che ci sarebbe stato un problema di tenuta, ma la risposta è stata arrogante, con i vertici asserragliati nel loro nulla e i numeri lo dimostrano. Ed anche in questo caso non sono opinioni, ma numeri che parlano. Peggio di così non si può fare. Tutte le opposizioni sono al 15%. A questo punto mi auguro che si metta tutto in discussione. Basti pensare che il partito che ha preteso di esprimere il candidato a sindaco ha ottenuto meno del 3%. Il centro sinistra aversano, prendendo a prestito un’idea di Vendola, deve lanciare i suoi Stati Generali cercando di coinvolgere tutti i delusi, i partiti e le associazioni. Oramai non c’è più nulla, serve solo la disponibilità di tutti a costruire il nuovo”.

Perché ha rinunciato a candidarsi? “Alla luce dei risultati, il mio ragionamento si è rivelato giusto. Il motivo di fondo della mia rinuncia era proprio questo: mi ero reso conto che Sagliocco era un candidato sindaco debole, ma c’era la consapevolezza che la composizione di liste del centrodestra così forti aveva comunque già chiuso la partita. Le liste del centr sinistra erano praticamente il nulla, anche perché non aveva costruito nulla”.

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