Ciaramella: “Penso di farla finita con la politica attiva”

di Nicola Rosselli

Mimmo CiaramellaAVERSA. Sensazioni, rimpianti, stati d’animo, proponimenti. In una sola parola il “pensiero” di Mimmo Ciaramella post sindaco, in un’intervista che punta all’uomo e non al politico, anche se i due aspetti sono indivisibili.

Un’intervista a domande e risposte, con una rivelazione sorprendente in coda.

Qual è stato il suo stato d’animo il martedì dopo il weekend elettorale del 6 e 7 maggio scorso? “Il mio stato d’animo era pervaso da una serenità enorme. Ero anche contento di aver passato la mano ad una persona esperta, circondati entrambi da amici comuni, ritornati insieme dopo essere stati su sponde opposte. Ovviamente a dividerci sono state problematiche politiche che nulla hanno a che vedere con i rapporti personali”.

Qual è la cosa, una sola, che è contento di aver fatto in questi suoi dieci anni da primo cittadino di Aversa? “La cosa più importante che ho fatto per la nostra città è stata senza dubbio la sottoscrizione, insieme al governatore della Regione Campania Stefano Caldoro, dell’accordo di programma per il Più Europa. Si è trattato di una vicenda molto difficile e a lungo sospesa, tanto che sino all’ultimo momento non si sapeva se si riusciva a concludere sia a causa di problematiche governative che di patto di stabilità. Un alternarsi di speranze conclusosi positivamente. Sapevo, in quel momento, di essere riuscito a portare ad Aversa finanziamenti che faranno cambiare nei fatti il volto di questa nostra città e la circostanza che a farlo sarà un uomo capace come il nuovo sindaco mi fa ancora più piacere”.

E la cosa, sempre una, che non è riuscito a fare, ma che avrebbe voluto fare? “Il non aver potuto aiutare più di tanto le persone disagiate. In questi dieci anni da sindaco ho scoperto che in città c’è una grossa sacca di povertà, di persone diversamente abili che avevano ed hanno bisogno di maggiore assistenza. Da subito abbiamo lavorato in silenzio, senza cercare pubblicità, ma ci siamo dovuti scontrare anche con la burocrazia come quando è stato riconosciuto nell’ambito del C3 il riconoscimento di comune capofila ad un paese molto più piccolo di Aversa. Ci sono stati tagli nel settore, ma noi abbiamo tenuto, siamo riusciti a tagliare quasi nulla, ma sarebbe stato necessario che questi fondi non fossero valutati al fine del rispetto del patto di stabilità. Bisogna anche riconoscere che in questi dieci anni, e soprattutto con l’avvento dell’assessore Lanzetta e poi anche di Balivo abbiamo avuto grosse soddisfazioni ed anche complimenti pubblici dagli interessati. Certamente c’è ancora molto da fare e spero che ci sia un’attenzione per questo settore. Mentre una strada asfalta in più o in meno lascia il tempo che trova, un intervento dove c’è chi soffre non va mai sottovalutato”.

Come valuta i suoi dieci anni trascorsi da primo cittadino di Aversa? “E’ stata un’esperienza terribile, sotto tutti gli aspetti, ma anche affascinante per chi, come me, è abituato a raggiungere obiettivi difficili. Un’esperienza che mi ha dato tanto in termini di nuove esperienze. Il mio carattere da bonario, tanto che qualcuno mi aveva affidato il soprannome di “cardinale” in passato, ha acquistato quel tanto di cattiveria che non fa mai male nelle occasioni che mi sono trovato ad affrontare. Se dovessi tornare indietro, comunque, sarei pronto a rifare tutto quello che ho fatto, anche se in questo momento mi sento strano, ma libero, una persona normale quale non ho potuto essere in questi ultimi dieci anni”.

Qual è, oggi, la sua giornata tipo? “Quella che ho iniziato ad avere da mercoledì 9 maggio. Ossia, alle 8.30 sono già al mio studio, anche perché la mia professione mi appassiona. Lavoro regolarmente e riesco a parlare con tanti collaboratori e, soprattutto, a tenere in considerazione impegni familiari. Sta montando in me, con molta convinzione, di farla finita con la politica attiva. Sono, infatti, pronto a mettere a disposizione l’esperienza acquisita all’interno del partito, ma, in questo momento, ad un’eventuale offerta di politica attiva risponderei di no. Ovviamente, con il tempo, potrei cambiare idea, ma, oggi, ripeto, non sono pronto”.

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