“Capannone”, Santulli scrive a Sagliocco

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Il glorioso “Capannone”, tempio della pallavolo cittadina, è diventato irrimediabilmente deposito di igienici e sanitari?

Aversa ha perso per sempre un pezzo della sua storia, seppure sportiva? L’allarme, ancora una volta, in una situazione che va avanti da tempo e che la politica cittadina, di destra e di sinistra, sembra non voler affrontare o, per essere buoni, sembra essersene dimenticata, ostentando quasi una sorta di timore reverenziale non si capisce contro chi, visto che è in gioco un bene collettivo, viene dall’ex parlamentare centrista Paolo Santulli.

L’attuale consigliere comunale e leader della Federazione degli Autonomisti ha rivolto una richiesta urgente al sindaco Giuseppe Sagliocco per esortarlo a contattare “l’area demanio e patrimonio della Regione Campania, al fine di conoscere le determinazioni relative alla richiesta di proroga per la stipula del contratto definitivo del “Capannone”, sollecitata dallo scrivente al suo predecessore Ciaramella, ed inviata in data 16 marzo 2012 da ques’ultimo”.

Santulli ricorda anche che: “Il Comune di Aversa ha sottoscritto con la Regione Campania un preliminare di acquisto, ai sensi delle leggi regionali 38/93, 18/00, 22/03, il 12 aprile del 2007 versando 428.572,25 euro, pari al 5 % del valore. Il termine ultimo per la scadenza del preliminare era il 12 aprile 2012, entro il quale si doveva attivare il bene all’uso definito : impianto sportivo”.

“L’Amministrazione Ciaramella – continua Santulli nella nota inviata a Sagliocco – aveva chiesto la proroga dei termini contrattuali, tenuto conto delle varie difficoltà di ordine economico sopravvenute negli anni e soprattutto del fatto che il finanziamento di 600mila euro ottenuti dal Ministero dell’Economia, proprio per tale progetto, si completava, con l’ultima trance solo nel mese di febbraio 2012”.

Santulli si fa anche latore di un dubbio atroce: “Con la speranza che nel frattempo non siano intervenuti penalizzanti fatti nuovi e con la speranza che quanto prima si possa tornare ‘veramente’ in possesso di un simbolo storico dello sport aversano”.

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