Capodarco, Griffo: “Sgonfiato e sfatato un mito”

di Redazione

Michele GriffoTRENTOLA DUCENTA. L’incontro pubblico, voluto dal sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, sul tema dell’affidamento alla casa famiglia Capodarco di un bene confiscato alla camorra, …

… “è servito – spiega lo stesso primo cittadino – a smascherare un’attività lucrativa, condotta senza autorizzazioni e senza il rispetto delle norme che regolano l’attività delle Case famiglia, celata sotto le spoglie di attività a favore di minori a rischio e di volontariato”. “In poche parole, – spiega il sindaco – la Casa famiglia Capodarco, facendosi scudo del servizio reso ai bambini bisognosi, credeva di essere al riparo da ogni controllo e di poter fare i propri comodi. Un sistema che, probabilmente, ha tratto in inganno anche altre associazioni che operano sul territorio e che realmente si battono per la difesa della legalità e si impegnano nella lotta alla criminalità e che si erano erte a sostegno della Compagnia dei Felicioni”.

Il sindaco Griffo, atti alla mano, ha evidenziato “una serie di irregolarità, di omissioni e di illegalità che la Capodarco ha prodotto nel corso degli anni. E non si tratta di documenti qualsiasi ma di verbali di ispezioni effettuate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Napoli e di rilievi del Dirigente dell’Area di Vigilanza nei Servizi Sociali della Regione Campania. Dagli atti in questione risulta che la Casa famiglia ha operato dal 2002 fino ad almeno il 2007 senza alcuna autorizzazione al funzionamento, quindi in modo illegale ed illegittimo”.

“Attualmente, la Casa famiglia – prosegue Griffo – sta operando grazie ad un’autocertificazione attestante il possesso dei requisiti richiesti dalle normative ed in particolare dai Regolamenti regionali, anche se un’ispezione della Procura, successiva alla presentazione dell’autocertificazione, conferma il permanere della mancanza dei requisiti, oltre ad evidenziare una serie di carenze e di irregolarità. A tutto ciò va aggiunto che la Casa famiglia risulta essere allacciata abusivamente alla rete idrica ed essere evasore totale per quanto riguarda i canoni acqua e la Tarsu. Ribadisco pertanto la piena legittimità degli atti prodotti dal sottoscritto e dall’Amministrazione comunale come peraltro riconosciuto da organi ministeriali. Mi addolora invece l’aver scoperto che per dieci anni dei bambini bisognosi siano stati in balia di gente senza alcuna professionalità e competenza e che sulle disgrazie altrui si possano mettere in piedi carrozzoni solo per far soldi”.

“Tutto ciò – aggiunge il sindaco – è immorale e miserevole. In merito ad alcuni giudizi e considerazioni, che reputo affrettate e superficiali, devo con rammarico sottolineare che mi dispiace che la Chiesa, che dovrebbe andare a fondo e comprendere prima di giudicare, si sia fermata alle apparenze e, per giunta, di parte. Da rappresentante delle istituzioni mai avrei potuto esprimere un giudizio pubblico o mi sarei potuto schierare apertamente a favore di una parte senza prima aver analizzato a fondo il problema. Invierò tutta la documentazione in mio possesso ai vari organi istituzionali (Prefetto, Ministero, Presidente della Regione Campania) oltre che per loro opportuna conoscenza anche per evidenziare ancora una volta gli strafalcioni del consigliere regionale Amato che ha alimentato inutili polemiche provocando anche danni alla stessa Casa famiglia, atteso che la questione sarebbe potuta essere vagliata diversamente. Come, invece, è ben noto, la Casa famiglia è gestita dalla Compagnia dei Felicioni e, dunque, mi dispiace aver dato loro dei dispiaceri rendendo quindi poco felici i felicioni”.

“Dopotutto – conclude Griffo – è giusto così in quanto si è trattato di difendere i bambini da una gestione illegittima e priva di professionalità. L’assenza all’incontro di alcuni rappresentanti che pure avevano sollecitato il dibattito conferma che hanno paura del confronto. Per quanto riguarda, poi, monsignor Albanesi, allo stesso sarà data risposta esaustiva, con tanto di documentazione a conferma delle illegalità perpetrate dalla Capodarco”.

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