Capodarco, Griffo: “Ecco gli atti, altro che calunnie”

di Redazione

Michele GriffoTRENTOLA DUCENTA. Con stupore ho letto la lettera di monsignor Albanesi con la quale si declinava il mio invito, “definito alquanto discutibile”, ad un incontro dibattito su una problematica di interesse rilevante per Trentola Ducenta.

Premesso che il sottoscritto si è premurato di invitare tutte le parti in causa, a differenza di quanto avvenuto per un precedente incontro organizzato su iniziativa della Comunità di Capodarco il 12 aprile scorso, al quale il Sindaco, massima istituzione democratica cittadina, non era stato invitato, non capisco quanto ci sia di discutibile nell’organizzare un incontro chiarificatore invitando tutti i soggetti direttamente o indirettamente interessati alla problematica affinché potesse definitivamente emergere, in un leale e chiaro contraddittorio, la verità.
Devo ritenere, evidentemente che è proprio questa che fa paura ai miei mancati interlocutori che continuano l’opera di mistificazione e di occultamento delle illegittimità e delle irregolarità di cui è responsabile la Casa famiglia “La compagnia dei felicioni”, che hanno ben donde di essere felicioni atteso che godono gratuitamente della disponibilità di una villa e percepiscono un lauto stipendio a “spese” di bambini in stato di difficoltà. Siete capaci di ingannare tutti e di organizzare incontri “privati” usando terminologie fuori luogo, voi che ancora oggi state operando senza alcuna autorizzazione in dispregio di tutte le leggi. Vi ergete ad unici soggetti capaci di assicurare il benessere dei bambini mentre riteniamo che gli stessi possano star bene anche in altre case famiglia.
Il punto da chiarire è questo: la casa famiglia non svolge alcun ruolo di volontariato. I bambini sono accolti a fronte del pagamento di una cospicua retta che oscilla tra i 90 ed i 175 euro al giorno. La Capodarco, come tutte la case famiglia, può essere definita una buona impresa sociale che nulla ha a che vedere con gli enti caritatevoli o di volontariato.
Non era e non è mia intenzione contestare o screditare la vostra storia né il vostro operato, chiedo soltanto un giudizio sereno ed onesto e delle risposte chiare e scevre da pregiudizi sugli atti in mio possesso, di seguito riportati, prodotti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Napoli che, tra l’altro, chiaramente vi accusa di aver curato i bambini in una struttura priva di autorizzazioni, senza le necessarie professionalità e sprovvista delle assicurazioni per infortunio e responsabilità civile dei minori e del personale.
NEL VERBALE DEL 3/7/2007, DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DEI MINORI E’ RIPORTATO:
Al momento dell’ingresso degli scriventi in struttura era presente la coppia coniuge più una minore ospite e un figlio naturale della coppia anch’esso minore. Al momento la comunità funziona con una richiesta per il rilascio di autorizzazione provvisoria la funzionamento depositata al comune di Trentola Ducenta in data 14/06/2004 con protocollo n. 5322. visto che a tale richiesta non è stato dato seguito né di assenso né di diniego, la comunità è da ritenersi priva di autorizzazione al funzionamento. Si evidenzia che la coppia coniuge non possiede la residenza anagrafica presso la comunità. La coppia coniuge ha quattro figli propri. Inoltre nella comunità vengono accolti oltre ai tre minori descritti anche due maggiorenni. La responsabile viene resa edotta che per la minore …. È d’obbligo elaborarne il P.E.I. unitamente ai S.S. competenti. La responsabile viene invitata ad approntare il registro entrate ed uscite minori così come cos’ come da fotocopia consegnata e di portarsi in data 10/07/07 presso la SEA Istituti per sottoporlo a vidimazione. L’aspetto della casa risulta trasandato. Si richiede ordine e maggiore pulizia degli ambienti notturni e diurni dei minori. La Comunità è priva di assicurazione per infortunio e per responsabilità civile del personale.
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE PER I MINORENNI DI NAPOLI-VERBALE DI ISPEZIONE DEL 17/12/2009 che, tra l’altro, riporta:
“Quando gli scriventi sono giunti in Comunità erano presenti la coppia coniuge, 2 minori ospiti, 2 dei 4 figli della coppia ed uno dei due maggiorenni ospiti in C.F. a titolo gratuito. Inoltre era presente la madre della sig.ra D’Agostino. La C.F. è autorizzata ad accogliere n. 3 minori, di fatto ne ospita quattro. Inoltre risiedono in struttura 2 maggiorenni già collocati da minorenni e attualmente ospitati a titolo gratuito. La coppia genitoriale ha 4 figli minorenni di cui 3 risiedono stabilmente con i genitori ed uno risiede in un convento per motivi di studio a Piedimonte Matese. La coppia coniuge assume, oltre alla funzione genitoriale, anche quella di coordinamento senza che nessuno dei due abbia un titolo di studio specifìco.Si rende edotta la Sig.ra D’Agostino che chiunque, a qualsiasi titolo, frequenta la casa famiglia e ha contatti con i minori, deve essere annotato nel registro dei volontari. Viene riferito di una coppia che frequenta il minore ………. senza che la stessa sia stata annotata sul registro volontari. Viene inoltre diffidata la Responsabile a provvedere che in ogni camera da letto ci siano 2 letti e non tre o quattro e a riparare la porta d’ingresso della camera da letto dei maggiorenni”.
VERBALE PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DEI MINORI DEL 17/09/2010.
La casa posta su tre livelli con ampio giardino e taverna adibita a zona relax per minori, appare trascurata in ordine alla manutenzione delle strutture e dei mobili. Gli inconvenienti relativi alla porta di ingresso della stanza da letto al piano già rilevati nella precedente ispezione,non sono stati rimossi ed anzi si sono estesi alle altre porte dissestate e mal funzionanti. La struttura ha conservato le stesse caratteristiche strutturali e funzionali delle precedenti ispezioni nonostante sia stato già rilevato, due stanze conservavano ognuna quattro letti anche se di fatto una stanza ospita i figli della coppia e l’altra solo due minori. Il bimbo più piccolo, di tre anni è ospitato nella camera matrimoniale.
Si rileva scarsa attenzione all’ordine della casa e poca attenzione alla tenuta dei detersivi,ovunque presenti ed alla portata dei piccoli minori ospiti. La tenda della doccia del bagno al 2° piano ha la struttura cadente in generale la condizione igienica della casa e sufficiente così come nella precedente ispezione. La coordinatrice non ha ancora titolo adeguato al ruolo.

Viene altresì resa edotta la coordinatrice che il numero dei minori presenti in struttura risulta essere in esubero rispetto alla normativa vigente ed all’autorizzazione al funzionamento in suo possesso.

Si richiede: organigramma del personale aggiornato alla data dell’ispezione firmato in originale dalla coordinatrice; curricula del personale con relative firme in originale; assicurazioneper i minori e per il personale ed assicurazione infortunio minori in corso di validità; copia relazione di aggiornamento dei P.E.I. dei minori sottoscritte dai S.S. competenti.
Detta documentazione dovrà essere depositata presso gli uffici in intestazione il giorno 23/09/2010. Si acquisisce copia autorizzazione al funzionamento.

Quanto prodotto non è il frutto di illazioni, calunnie o falsità ma atti e documenti ufficiali, non certo argomentazioni vaghe a supporto dell’indifendibile casa famiglia con le quali, facendosi scudo dei bambini, si è stati capaci di coinvolgere istituzioni che sono intervenute in perfetta buonafede.

Allora vorrei chiedere:

Possibile che un comune non possa esercitare un proprio diritto inviando regolare disdetta di un contratto di comodato d’uso tra l’altro in scadenza?

È vero che per ospitare i bambini vengono incassate delle rette?

È corretto gestire una casa famiglia senza le necessarie autorizzazioni? In Italia chi opera senza titolo professionale, medico, avvocato, ingegnere etc., minimo finisce agli arresti domiciliari e c’è la chiusura immediata dell’attività professionale. È normale per voi che professate legalità e trasparenza operare in dispregio delle leggi visto la comunità è priva di qualsiasi autorizzazione come rilevato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni anche in applicazione del Regolamento Regionale n16 del 23/11/2009 che supera le disposizioni dettate dal Regolamento n. 11 del 23/10/2007 e confermato dalla stessa Regione Campania con nota 173/2007?

La delibera 26 del 2002 con la quale si attribuiva il comodato d’uso prevedeva l’utilizzo parziale della struttura mentre da subito avete occupato l’intero immobile. Questo è sempre rispetto della legalità, delle regole del vivere civile oppure si tratta di un sopruso?

I diritti dei bambini ospitati vengono rispettati nel momento in cui viene esercitata un’attività da chi non ha i titoli professionali?

Risponde ai requisiti di umanità e carità far vivere i bambini in ambienti poco curati per non dire trascurati?

È corretto e rispondente a verità sbandierare ai quattro venti che si fa opera di volontariato quando invece si percepiscono consistenti rette per ospitare i bambini?

È legittimo operare in assenza di P.E.I. ?

È giusto consentire l’utilizzo di una villa senza alcun costo ad una coppia di coniugi con quattro figli che percepisce due stipendi mentre ci sono persone che non hanno di che vivere e sono peraltro senza alloggio?

È corretto che una comunità, che si sostiene essere “illuminata dal sole della buona volontà”, sia evasore totale di imposte e tributi e sia allacciata abusivamente alla rete idrica?

Sull’effettiva validità delle case famiglia, poi, è bene riportare alcune considerazioni espresse dall’assessore alle Politiche familiari del comune di Napoli, Pina Tommasielli (Mattino 22/04/2012): “Vanno bene le case famiglia, ma cominciamo anche a pensare all’affido familiare che farebbe risparmiare soldi e darebbe ai ragazzi anche la possibilità di vivere in una famiglia. Una casa famiglia costa 120 euro al giorno per ciascun giovane, l’affido 30. Passare dall’affido alle case famiglia all’affido in famiglia, per tutelare i minori e per risparmiare sui magri fondi comunali”.

L’incontro organizzato, dunque, non era teso “a creare giustificazioni di facciata o a dar vita ad istrionesche rappresentazioni” che non rientrano nel mio stile ma a far conoscere retroscena probabilmente sconosciuti a chi vive lontano da questa realtà e che sono stati nascosti dietro lo scudo dell’assistenza ai bambini bisognosi. Sono certo di aver reso poco felici i felicioni, ma l’ho fatto nell’interesse e per la tutela di quei bambini bisognosi a danno dei quali si intende operare per garantirsi lauti guadagni, cosa miserevole e vergognosa.

Mi sono, dunque, raccolto in preghiera per farvi diventare più buoni affinché facciate il bene dei bambini ed abbandoniate l’idea del guadagno, specie a danno degli indifesi.

Rimango a disposizione per qualsiasi altro chiarimento sia in incontro pubblico che in forma privata.
Il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo
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