Assessorato alla cultura: chi “attenta” alla poltrona di Tudisco?

di Redazione

 SANTA MARIA CV. Essere tradito ed essere l’ultimo a saperlo: un cliché abusato ma sempre attuale, in amore come in politica.

Ne sa qualcosa, suo malgrado, l’assessore alla cultura Mario Tudisco che ha appreso mezzo stampa del suo “ufficioso” defenestramento dalla giunta cittadina. Quale uno dei maggiori sostenitore di Biagio Di Muro nelle scorse consultazioni elettorali, aveva ottenuto le deleghe alla cultura ed al turismo grazie al sostegno delle liste civiche, fondamentali per l’ascesa allo scranno del primo cittadino. Piena fiducia, quindi, all’assessore Tudisco e soddisfazione della maggioranza per i progetti portati a termine in 10 mesi di legislatura. Fino a due giorni fa. Molti quotidiani, mercoledì, hanno riportato la notizia della sfiducia da parte di alcuni consiglieri eletti nelle liste civiche dimuriane che prima hanno chiesto la testa dell’attuale assessore e, come se non bastasse, hanno indicato in Pasquale Rienzo (assessore tra il 1990-93) il suo sostituto.

La notizia ha preso corpo nel pomeriggio, quando il direttore scolastico della “Mazzocchi”, interpellato dal sito web Interno 18, ha dichiarato di essere stato già contattato per il dopo Tudisco. Il silenzio assoluto delle massime cariche cittadine, in merito alla vicenda, ha fatto il resto. “Mi sento ormai un ex assessore e non ne conosco ancora le motivazioni”. Questa l’amara considerazione di Tudisco, che poi ha ripreso: “Quanto da me fatto ad oggi ha ricevuto numerosi riconoscimenti, come per la città sotto la città. Non sono a conoscenza del disappunto dei movimenti civici sul mio operato anzi… Le loro denunce, sulla disattenzione di alcuni impegni presi dall’attuale amministrazione , non credo trovino particolare riscontro nel mio lavoro sempre efficiente nonostante l’esiguità delle risorse economiche messe a disposizione”.

In effetti, le “Associazioni Sammaritane”, in una nota comune sottoscritta dai vari responsabili Della Valle, Lugnano, D’Abrosca, Maddaluna e Piscopo, “…confermano la loro più totale fiducia al giornalista ed amico Mario Tudisco, affinché possa continuare nel suo operato di assessore alla cultura”, di fatto delegittimando qualsiasi azione contraria dei propri consiglieri.

Alla notte dei lunghi coltelli, ha fatto seguito allora una giornata di smentite. In poche ore tutti o quasi tutti i presunti golpisti si sono defilati. I vari Munno e De Lucia hanno stigmatizzato qualsiasi attacco all’attuale formazione del governo cittadino. Barbato, chiamato in causa sui social network, si è dichiarato estraneo all’”affaire Tudisco”. Fabio Monaco, capogruppo Udc all’opposizione, ha smentito categoricamente l’ipotesi che Rienzo (militante Udc) sia il classico “cadeau” per passare in maggioranza. Inverosimile sarebbe la teoria in base alla quale l’assessore si sia dimostrato ottimo interprete del suo ruolo, ma poco adatto a ricoprirlo con costanza a causa delle sue condizioni di salute, tra l’altro già conosciute alla sua nomina.

In attesa che domande, quali “Chi ha contattato Rienzo?” o “A chi fa gioco questa esposizione mediatica?”, trovino risposta, si è quindi giunti alla vigilia della “Settimana della Cultura”. Più del museo, dell’Anfiteatro, del Mitreo, degli spunti, degli incontri e delle iniziative artistiche a Santa Maria, la città mormora del mercanteggiamento dell’assessorato, delle teste che cadranno e dei nuovi flirt politici in vista dello stanziamento di risorse. In fondo, anche questa è cultura: cultura indigena, cultura degli interessi, cultura con una “c” tanto minuscola da divenire quasi infima.

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