Vendite in Europa, Piazza Affari in forte calo

di Redazione

 MILANO. Borse europee tutte in forte ribasso. Male ancora una volta Piazza Affari che attualmente cede oltre il 3%.

Pesano anche i dati sul rallentamento cinese nel primo trimestre e i timori per il rendimento del decennale spagnolo che torna ad avvicinarsi al 6%. Londra quindi cede lo 0,88%. Francoforte va giù del 2,12% e Parigi del 2,21%. Madrid è maglia nera a -3,84%.

Il peggioramento pomeridiano ha seguito dati deludenti anche dall’indagine sulla fiducia dei consumatori in America. Tuttavia la seduta era partita in negativo fin dall’apertura, dopo dati relativamente deboli sulla crescita economica della Cina, che pure al più 8,1 per cento su base annua nel primo trimestre, dati gli standard esuberanti del Dragone ha rappresentato la performance più debole da quai tre anni. Successivamente altre tensioni si sono create dopo che dalla Spagna la banca centrale ha riferito che i rifinanziamenti ottenuti dalle banche spagnole presso la Bce, a 227,6 miliardi di euro hanno segnato un nuovo record a marzo.

In calo anche Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,68% a 12.898,60 punti, il Nasdaq cede l’1,12% a 3.021,31 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,83% a 1.375,99 punti.

Rispetto ai 369 punti base della chiusura di giovedì e ai 377 dell’apertura la forbice di rendimento tra decennale italiano e tedesco si apre inizialmente di una dozzina di centesimi fino a superare quota 380. A innescare l’ennesima ondata di avversione al rischio sono stati, come detto, i numeri Bce relativi all’elevato utilizzo dei fondi della banca centrale da parte degli istituti di credito spagnoli. “Un segnale negativo per due aspetti” spiega lo strategist di Ing Alessandro Giansanti. “In primo luogo sintomatico di quanto le banche spagnole siano di fatto escluse dal mercato interbancario, in secondo luogo di quanto i governativi spagnoli siano stati finora “drogati” dagli acquisti domestici da parte delle banche”, precisa.

Le statistiche diffuse dall’Eurotower mostrano che il ricorso degli istituti di credito spagnoli ai fondi Bce è pressoché raddoppiato il mese scorso, balzando a 316,3 miliardi di euro rispetto ai 169,8 miliardi di febbraio. “Pur essendo messa sicuramente meglio della Spagna e continuando a perdere meno di quello spagnolo, il mercato italiano risente duramente delle pressioni sui Bonos e se la situazione non migliora lo spread Btp/Bund potrebbe tranquillamente tornare a 400 punti base”, conclude l’analista.

Tornando ai Btp, non gioca certamente a favore del mercato la diffusione dei dati Istat relativi alla produzione industriale di febbraio, che fotografa una caduta mensile di 0,7% contro il -0,2% del consensus. La pressione sul secondario si rispecchia naturalmente anche sui contratti derivati ‘cds’, con un movimento anche in questo caso originato da vendite di Spagna. Il costo per assicurarsi dal rischio di default della Spagna attraverso i credit-default swap vola al record storico di 500 punti sulla piattaforma Cma.

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