Estorsioni per monopolio pubblicità: quattro arresti nel Casertano

di Redazione

 CASERTA. I carabinieri di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare nei confronti di quattro persone, già condannate in primo grado per i reati di estorsione ed illecita concorrenza mediante violenza e minaccia aggravate dal metodo mafioso.

Si tratta di Gaetano Manno, 47 anni, di Villa di Briano, condannato in primo grado a otto anni di reclusione; Francesco Di Puorto, 57 anni, di Casal di Principe, condannato a 9 anni e otto mesi; Silvio Borrata, di Aversa, a nove anni; Giuseppe Manno, 49 anni, di Frignano, fratello di Gaetano, a 8 anni.

I destinatari dei provvedimenti, a seguito di attività di indagine condotte dai carabinieri della stazione di Marcianise, furono già colpiti a vario titolo da provvedimenti restrittivi (fermo) nel mese di luglio del 2007 e sono stati tutti poi condannati in primo grado nel mese di novembre scorso poiché ritenuti responsabili di estorsione ed illecita concorrenza mediante violenza aggravata dal metodo mafioso.

Al fine di procurare un ingiusto profitto a due società operanti nel settore pubblicitario a loro riconducibili (la “Officina Designer”, con sede legale a Frignano, e la “Essegi Consulting”, con sede legale a Benevento), avrebbero posto in essere ripetuti atti di intimidazione con violenza e minaccia nei confronti di numerose ditte operanti nel campo della cartellonistica pubblicitaria al fine di monopolizzare lo specifico settore ed eliminare la concorrenza, alterando in tal modo le naturali logiche di mercato.

Il nuovo provvedimento cautelare odierno è stato adottato dal Tribunale sammaritano poiché l’autorità giudiziaria competente ha ravvisato un concreto pericolo di reiterazione degli stessi reati già commessi in passato basando la valutazione anche sulla pericolosità delle loro condotte passate, anche in virtù del riconoscimento, in sede di condanna in primo grado, dell’aggravante del metodo camorristico, già originariamente contestata all’atto del fermo, ma poi successivamente esclusa.

I quattro, infatti, al fine di acquisire e mantenere il controllo sull’attività imprenditoriale di affissione della pubblicità sul territorio della Provincia di Caserta, si sarebbero avvalsi del metodo camorristico consistito nella difesa violenta del territorio e nella intimidazione a non operare nella provincia sulla base di confini determinati su logiche di appartenenza al clan dei casalesi lì egemone, il tutto al fine di agevolare l’attività del medesimo sodalizio criminale.

L’operazione che portò al fermo dei citati indagati fu condotta dai carabinieri di Marcianise all’alba del 19 luglio 2007. Dall’attività d’indagine espletata grazie alle testimonianze ed alle individuazioni di persona effettuate dalle vittime,emerse che gli indagati, al fine di procurare un ingiusto profitto alle ditte operanti nel settore pubblicitario delle quali risultavano essere amministratori due degli arrestati, avevano posto in essere ripetuti atti di intimidazione con violenza e minaccia nei confronti di numerose ditte operanti nel campo della cartellonistica pubblicitaria. In particolare, le predette società, entrate di prepotenza nello specifico settore nel mese di ottobre 2006, avevano in breve tempo sbaragliato la concorrenza con metodi violenti, estromettendo tutte le altre aziende concorrenti operanti nella provincia di Caserta, stravolgendo pertanto le normali logiche di mercato.

Gli indagati avevano dato esecuzione al loro progetto criminoso con le seguenti modalità: avevano avvicinato le aziende concorrenti chiedendo loro la cessione a titolo gratuito dei propri impianti di cartellonistica; si erano impadroniti dei cartelloni pubblicitari asportando la cimasa di riconoscimento (targhetta identificativa) ed impiantando un autoadesivo con la scritta di una inesistente società denominata Europa Pubblicità; avevano condizionato, con intimidazioni passive, le riunioni della Acpe (Associazione Campana Pubblicità Esterna) finalizzate a fronteggiare il fenomeno in argomento; erano intervenuti presso i clienti delle società concorrenti imponendosi come nuovo soggetto sul mercato, proponendo i propri servizi a prezzi stracciati; avevano minacciato e allontanato gli operai delle ditte concorrenti addetti all’affissione; avevano violentemente picchiato due operai che stavano effettuando un’affissione per una ditta concorrente, provocando ad uno di essi lesioni gravissime (asportazione della milza); avevano minacciato l’amministratore di una ditta affinché ritrattasse le dichiarazioni rilasciate ai carabinieri circa l’appropriazione indebita dei suoi cartelloni pubblicitari.

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