Appalti e camorra: sequestrati conti correnti agli imprenditori Mastrominico

di Redazione

Pasquale MastrominicoGiuseppe MastrominicoCASERTA. Nell’ambito dell’indagine che ha coinvolto l’ex sindaco di Villa Literno, Enrico Fabozzi, per il quale, nei giorni scorsi, la Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Caserta …

… hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, relativo ai conti correnti bancari, ai titoli ed alle polizze assicurative intestate a Luigia Fontana, 55 anni, e Giuseppina Martinelli, di 53, rispettivamente mogli dei fratelli Pasquale Mastrominico, 61 anni, e Giuseppe, 64, imprenditori edili ritenuti contigui al clan dei casalesi, e detenuti dal 15 novembre 2011 con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica ed altro.

L’indagine si fonda sull’ipotesi di un patto criminale tra il clan dei casalesi e l’ex sindaco di Villa Literno, fondato su un accordo generale mirato a garantire al clan il controllo e la gestione degli appalti e delle risorse pubbliche in cambio del sostegno elettorale e di tornaconti economici, personali ed elettorali. In particolare, è stato accertato che: il 9 dicembre 2003 i due imprenditori avevano stipulato un contratto con la società “Fibe Campania spa” (già delegata dal Commissariato straordinario per l’emergenza rifiuti alla gestione dei siti di stoccaggio delle ecoballe), con cui avevano concesso in locazione alla citata società terreni formalmente intestati alle rispettive consorti (superficie complessiva 238.523 metri quadrati), ubicati in località “Pozzo Bianco” di Santa Maria La Fossa, per adibirli a deposito temporaneo di ecoballe per la durata complessiva di 10 anni, in cambio di un corrispettivo di 1.800.000 europer la locazione decennale.

Pasquale Mastrominico ha svolto anche lavori per la realizzazione delle piazzole sul sito di stoccaggio delle ecoballe, a seguito di un subappalto ricevuto dalla stessa “Fibe” per un importo complessivo di circa 2 milioni euro.

Poiché l’operazione imprenditoriale, secondo gli inquirenti, sarebbe stata gestita calibrando la presenza di imprese contigue al clan per soddisfare gli interessi della criminalità organizzata nel contesto dell’emergenza rifiuti, sono stati sottoposti a sequestro i conti correnti utilizzati per i bonifici relativi al pagamento del canone di locazione dei terreni ed intestati alle mogli dei fratelli Mastrominico, attestati presso il Banco di Napoli (filiale di Caserta), nonché un conto corrente intestato alla Martinelli presso la Banca Popolare Bari (filiale di Casal di Principe). Sui conti vi era una disponibilità di oltre 720mila euro tra contanti, titoli e polizze. Sequestrato, inoltre, presso la Fibe, il contratto di locazione dei terreni.

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