Castel Morrone, la giunta approva il piano delle alienazioni

di Redazione

Pietro Riello CASTEL MORRONE. L’amministrazione comunale di Castel Morrone retta dal primo cittadino Pietro Riello si prepara ad effettuare una serie di alienazioni al fine di riordinare il patrimonio immobiliare …

… e consentire così una migliore economicità gestionale degli immobili di proprietà non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali. Una precisa volontà quella della Giunta di Pietro Riello sancita con una specifica deliberazione dell’esecutivo morronese approvata con la deliberazione numero 25 dello scorso 4 aprile, in cui il responsabile dell’Area Tecnica Manutentiva, architetto Gaetano Auricchio, ha proposto una serie di immobili, per la precisione diciassette, da alienare e valorizzare sulla base della legge 133 del 2008. Proposta che approvata dalla Giunta Comunale ora sarà presentata al vaglio dell’organo consiliare allegata al bilancio di previsione dell’anno 2012.

Un’operazione che stando allo schema predisposto dall’Ufficio Tecnico è valutata poco più di un milione e 700mila euro, ma a tal proposito proprio l’organo amministrativo precisa: “Sicuramente l’alienazione che si andrà a proporre al Consiglio Comunale come atto allegato al bilancio di previsione dell’anno 2012 non è una svendita dei gioielli di famiglia, come si appresteranno a dichiarare i nostri oppositori, ma bensì un riordino del patrimonio immobiliare al fine di consentire una migliore economicità gestionale degli immobili di proprietà non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali. Tutti i cespiti elencati nella delibera approvata lo scorso 4 aprile attualmente rendono poco o niente alle casse dell’Ente Municipale, quindi nell’ottica di un riordino patrimoniale ed al fine di ottenere una migliore economicità gestionale si è provveduti ad effettuare una ricognizione al fine di una eventuale alienazione. Il Piano delle alienazioni dei beni del Comune – chiudono da piazza Bronzetti – non deve essere intesa come una svendita totale della proprietà comunale, ma bensì come una ponderata ed oculata gestione dei beni comuni”.

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