Prezzi in aumento: Griffo scrive al premier Monti

di Redazione

Michele GriffoTRENTOLA DUCENTA. Il sindaco Michele Griffo, facendo seguito a quanto stabilito all’unanimità dal consiglio comunale di Trentola Ducenta, ha fatto inviare al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, …

… ed a tutti i gruppi parlamentari il testo di una lettera, parte integrante della delibera di consiglio comunale numero 12 del 27/02/2012, con la quale, in un momento di difficile crisi economica aggravata dal continuo aumento della pressione fiscale e dal costante aumento di beni di prima necessità, si invitano i governi, centrale e regionale, a prevedere forme agevolative ma anche strumenti di controllo che reprimano aumenti ingiustificati e favoriscano ribassi dei prezzi, in particolare di quello dei carburanti, nei momenti di contrazione dei costi alla fonte, considerate le perduranti difficoltà di una larga fascia di cittadini che non riesce ad arrivare alla fine del mese.

“E’ doveroso chiarire e precisare – si legge nell’articolato documento – che l’Amministrazione Comunale ed il Consiglio Comunale di Trentola Ducenta hanno l’autorità morale e politica per poter sollevare tali problematiche atteso che, anticipando e mettendo realmente in pratica i principi della contrazione della spesa pubblica, hanno rinunciato all’indennità di carica di sindaco, di assessore, di presidente del Consiglio e di consigliere comunale, nonché operato sempre e comunque nella legalità e con trasparenza”.

“Non è un mistero – continua la lettera – che oggi la crisi economica colpisce tutti, coltivatori diretti, professionisti, impiegati, pensionati, imprese, gran parte del settore commerciale e via discorrendo; in questo caso parliamo di coloro che hanno un’attività o che godono di una retribuzione mensile; lascio alle riflessioni altrui le condizioni di coloro i quali non hanno un’attività, stipendio o che addirittura sono disoccupati cronici. Non può sfuggire a nessuno che l’attuale situazione aggrava lo stato di povertà e colpisce in misura crescente le fasce più deboli: penso ai 340 mila pensionati campani che devono sopravvivere con una pensione media di circa 400 euro mensili, nettamente inferiore ad una pensione mensile media paventata di 600 euro mensili, addirittura quasi nulla rispetto ai 746 euro mensili della media nazionale, da fame rispetto alla Lombardia e Lazio che risulta essere rispettivamente pari a 914 e 830 euro”.

“Mi preme sottolineare – continua Griffo – gli aumenti dei prezzi dei beni di largo consumo del mese di gennaio pari al 4,5 % senza parlare della benzina, delle assicurazioni auto, delle tasse provinciali e regionali ecc. ecc. I carburanti, infatti, alla faccia delle liberalizzazioni, sono aumentati del 17,5% nel mese di gennaio partendo da un + 15,8 % del mese di dicembre. Per questo prodotto è opportuno evidenziare: in Italia il prezzo della Benzina è il più alto d’Europa (Adoc); il rifornimento annuale costa 3240 euro, il 12% in più rispetto alla media continentale; negli ultimi 12 mesi c’è stato un aggravio di spesa di 350 euro annuo. In tale settore si verifica poi un fatto molto anomalo o strano: dall’aumento del prezzo del greggio scaturisce l’automatico aumento del presso alla pompa; quando, però, diminuisce il greggio, il prezzo alla pompa resta invariato, non diminuisce, con il grave danno che gli aumenti successivi partono sempre dal prezzo precedente e questo è un ‘miracolo’ tutto italiano. Senza contare che sul prezzo del carburante grava ancora l’accisa sulla Guerra in Abissinia. Non deve sfuggire, infine, che il prezzo della benzina nella nostra Regione è il più alto d’Italia per i vari balzelli degli Enti Locali”.

“Continuando di questo passo, – conclude Griffo – siamo destinati a fallire; non è più possibile né sopportabile il continuo aumento dei prezzi a fronte della riduzione del potere di acquisto dei salari e delle pensioni e più in generale dei redditi delle famiglie; non è più possibile sommergere i cittadini di tasse quando intere famiglie sono allo stremo; non è possibile fare cassa con le imposte; così facendo non ci sarà né crescita né sviluppo”.

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