“Vogliono ammazzare Rita Borsellino”, telefonata al Pd di Palermo

di Mena Grimaldi

 Rita BorsellinoPALERMO. “Ho bisogno del numero di telefono di Rita Borsellino, vogliono ammazzarla”. Questo il contenuto di una telefonata arrivata nella mattinata di venerdì nella sede del Partito Democratico di via Bentivegna, a Palermo.

A prendere la telefonata un addetto alla segreteria del partito. Dall’altra parte del cavo una voce femminile che ha chiesto il numero dell’eurodeputata, candidata alle primarie del centrosinistra di domenica prossima. Informato dell’accaduto il segretario, Giuseppe Lupo, che ha immediatamente avvertito la Borsellino che poi ha provveduto a sporgere denuncia.

Una telefonata analoga, sempre da una voce femminile, era arrivata anche a casa di una cugina dell’eurodeputata con il suo stesso nome e cognome. Immediata la reazione dei vertici del Pd nazionale che hanno espresso solidarietà e vicinanza a Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo, ucciso in agguato di mafia in via D’Amelio nel luglio del 1992.

“Non vogliamo fare allarmismi ma non si possono neppure sottovalutare le minacce contro una donna che, con grande coraggio e coerenza, si è sempre battuta contro l’illegalità e che oggi è impegnata nella sfida per il rinnovamento al comune di Palermo”, ha scritto in una nota Rosy Bindi.

“Ricevere telefonate in cui si parla di morte è un fatto grave e che non va assolutamente sottovalutato. Desidero esprimere a Rita Borsellino, a nome mio e del Pd, tutta la solidarietà e la vicinanza possibile. In Sicilia come altrove il linguaggio delle minacce e dell’intimidazione si batte con il rafforzamento della democrazia”, queste le parole diPier Luigi Bersani, segretario nazionale del Pd.

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