Marò, Monti incontra la Ashton: “Impegno Ue per una soluzione positiva”

di Redazione

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone BRUXELLES. Il presidente del Consiglio Mario Monti ha incontrato a Bruxelles, in occasione della riunione Ecofin, l’alto rappresentante Ue per la politica estera Catherine Ashton.

Al centro del dibattito il caso dei due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in carcere in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori, scambiati per pirati. La Ashton ha informato Monti dei suoi recenti contatti con le autorità di New Delhi e, secondo quanto riferito dalla presidenza del Consiglio italiana in una nota, “si è impegnata ad intraprendere ogni possibile ulteriore passo per arrivare ad una soluzione positiva” della vicenda dei marò italiani detenuti in India.

Ma non solo. La Ashton ha anche discusso della cooperazione in atto tra Ue e India sul contrasto alla pirateria e sulla regolamentazione del ricorso a guardie private in questo contesto nel quadro dell’Organizzazione marittima internazionale.

“La base legale dell’ingaggio di personale armato su navi che trasportano merci sensibili è qualcosa che va visto”, ha spiegato la portavoce della Ashton. E se le note delle due parti successive all’incontro sono speculari, su questo punto il premier italiano “corregge” la Ashton. La differenza sta tutta nella definizione delle scorte armate a bordo, che nella nota Ue sono chiamate private (come se si trattasse di “contractors”), mentre Monti chiarisce che si tratta di “forze armate”, e quindi di agenti di uno Stato sottoposti al trattamento e alle immunità previste dal diritto internazionale. Detto ciò, da entrambe le parti è stata espressa la volontà di mantenersi in contatto per risolvere la questione.

E, dopo il “misunderstanding”, arriva un nuovo comunicato della Ashton con la definizione “Vessel Protection Detachment”: distaccamenti, cioè militari, a bordo di navi mercantili. Quando era uscito il primo comunicato, i giornalisti avevano chiesto conto del riferimento a “personale privato armato” – una definizione che fa pensare più ai contractor che ai militari – alla portavoce della Ashton, che si era limitato però a rispondere che “nell’ambito del contrasto ai pirati è stato introdotto recentemente il concetto di navi che possono avere a bordo personale armato”.

Poco dopo l’arrivo della nota di Monti, senza nessuna intenzione però di correggere la Ashton, precisano fonti italiane: il comunicato era già pronto. Ma parlava di “forze armate a bordo di navi mercantili”. E la Ashton deve essersi accorta della differenza, perché, tempo mezz’ora, è sparito il vecchio comunicato dal sito del consiglio, sostituito da un altro, con esplicito riferimento, oltre a guardie di sicurezza armate con contratti privati, anche a ‘Vessel Protection Detachment’, i nuclei militari di protezione.

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