Lagarde: “Non scommetterei contro l’Italia”

di Redazione

Christine LagardeROMA. “Non scommetterei contro l’Italia”.A dirlo, avvertendo i mercati che a puntare sul ribasso dei titoli italiani si rischia di perdere, è il direttore generale del Fmi Christine Lagarde, secondo cuile misure del governo Monti potrebbero essere “la luce in fondo al tunnel europeo”.

Intanto, Borse deboli dopo dopo il successo dello swap sui titoli greci che apre la strada al secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro da parte di Ue, Fmi e Bce all’indirizzo di Atene. Piazza Affari ha aperto in leggero rialzo ma poi è scivolata in negativo. Il differenziale tra i Btp decennali e i bund tedeschi torna in avvio sotto la soglia dei 300 punti base scambiando a 296 punti, dopo essere sceso ieri per la prima volta da fine agosto a 293 punti ed aver chiuso a 301 punti. Scende anche il rendimento del Btp decennale al 4,77% dal 4,8% della chiusura di giovedì.

Il calo è del 2,5% rispetto a dicembre e del 5% su base annua. Si tratta del ribasso più forte dal dicembre del 2009. Lo rileva l’Istat. Se un calo su base mensile era previsto, per compensare il buon risultato di dicembre (+1,2%), anche se le stime indicavano una diminuzione meno accentuata, il ribasso tendenziale riporta la produzione indietro di oltre due anni, allungando l’ormai lunga serie di cali tendenziali ininterrotti. Si contano, infatti, cinque mesi di ribassi annui consecutivi (da settembre 2011).

GRECIA. Il piano per dimezzare il debito della Grecia verso i privati è considerato un “successo” dalle principali parti in gioco, ma non finisce qui: nelle prossime ore si decide se lo ‘swap’ sul debito ellenico farà scattare il default: i ministri delle FInanze dell’area euro dovranno valutare la richiesta di Atene di attivare le “clausole di azione collettiva” e, contemporaneamente, un organismo tecnico, l’Isda, si pronuncerà sull’eventualità di un possibile default. Le adesioni propriamente “volontarie” al piano di conversione del debito da parte dei privati – il più grande di tutti i tempi – si sono fermate a 152 miliardi di euro, pari all’85,8% dei titoli di diritto greco (83,5% del totale). Una quota inferiore al 90%, soglia fissata per poter chiamare la ristrutturazione del debito “volontaria”. Per superare questa soglia minima, arrivando ad adesioni stimate al 95,7% del capitale, la Grecia ha dovuto chiedere l’attivazione delle clausole di azione collettiva (Cac) che in sostanza costringono i creditori che non hanno aderito a subire gli stessi termini della ristrutturazione del debito di coloro che hanno detto sì. La risposta dovrebbe arrivare oggi dalla conference call dei ministri dell’Eurogruppo, chiamati anche a pronunciarsi sui prossimi aiuti ad Atene. In ogni caso per Atene il peggio potrebbe essere scongiurato, a parte possibili strascichi legali.

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