Italiani rapiti in India: i maoisti offrono “scambio”

di Redazione

OrissaNEW DELHI. I maoisti che hanno in ostaggio i due turisti italiani in Orissa, nel nord est dell’India, si sono offerti di rilasciarne uno in cambio della liberazione di cinque loro militanti in carcere.

Lo riferisce l’emittente all news Times Now. La disponibilità, si è appreso, è contenuta in un audio messaggio pervenuto al governo dell’Orissa in cui si precisa che il rilascio potrà avvenire se una delle 13 condizioni poste giorni fa sarà esaudita. Fra le cinque persone da liberare vi è la moglie del leader dei maoisti della zona Sabyaachi Panda.

Nel messaggio non si precisa quale dei due italiani, Paolo Bosusco e Claudio Colangelo, potrebbe essere liberato. I due italiani sono stati sequestrati nel corso di un trekking partito dalla città di Puri il 12 marzo. La polemica. Il governo di New Delhi e quello di Bhubaneswar in Orissa hanno polemizzato in queste ultime ore sulla vicenda accusandosi reciprocamente di scarsa collaborazione. Ieri sera, in una intervista alla tv Ibn-Cnn, il chief minister di Orissa, Naveen Patnaik, ha sostenuto che nonostante “le mie telefonate domenica mattina, il ministro degli esteri Ms Krishna e quello dell’Interno, P. Chidambaram, mi hanno risposto soltanto molte ore dopo”. Consultati al riguardo Krishna e Chidambaram hanno sostenuto di avere “offerto ogni aiuto possibile dal governo centrale”, ma che Padnaik “non ha manifestato alcuna richiesta di collaborazione nella liberazione degli ostaggi”.

L’ORISSA E I MAIOISTI. L’Orissa è uno stato federato dell’India orientale, con una popolazione di circa 37 milioni di abitanti. La capitale dello stato è Bhubaneswar.E’ una delle zone più povere dell’India, con il 47% della popolazione chevive sotto la soglia minima di povertà. Nello stato sono attivi circa 20mila guerriglieri maoisti, che rappresentano oggi una delle principali sfide per la sicurezza interna dell’India. Occupano un “corridoio rosso” che si estende dallo Stato meridionale dell’Andhra Pradesh, attraversa il Chattisgarh, fino al West Bengala e al Nepal. L’ideologia marxista comunista a cui si ispirano continua a sedurre le masse agricole e le comunità tribali rimaste escluse dal boom economico. Ma i sanguinosi attentati, le estorsioni e i rapimenti per finanziarsi li hanno confinati dietro un muro di ostilità dell’opinione pubblica. Dietro la guerriglia maoista, secondo alcuni analisti, ci sarebbero i finanziamenti e le armi della Cina.

GLI ITALIANI IN OSTAGGIO NEL MONDO. Sono nove gli italiani ancora ostaggio di bande armate in tutto il mondo. Tra loro c’è Rossella Urru, la cooperante rapita nel sud dell’Algeria in ottobre e scomparsa tra le dune del Sahara: nei giorni scorsi si era diffusa la notizia, poi smentita, di una sua liberazione. Della giovane donna, però, si sono perse al momento le tracce. Nella stessa zona del sequestro Urru, è stata catturata a febbraio 2011 anche la turista fiorentina Maria Sandra Mariani, 53 anni. E’ l’ostaggio da più tempo nelle mani dei rapitori. I sequestratori fanno capo probabilmente ad Al Qaida per il Maghreb islamico (Aqmi), la rete integralista che controlla l’immensa fascia desertica che va dall’Algeria alla Mauritania, dal Mali al Niger, al Ciad fino al Sudan. Lo scorso 19 gennaio il cooperante siciliano Giovanni Lo Porto viene catturato con un collega tedesco in Pakistan, nella località di Multan (Punjab). Sarebbe nelle mani del gruppo talebano Tehrik-e-Taliban Pakistan, capeggiato da Hakimullah Mehsud. Sono sempre prigionieri dei pirati poi, i sei italiani della nave “Enrico Ievoli” sequestrata il 27 dicembre scorso al largo delle coste dell’Oman e che sarebbe alla fonda al largo delle coste somale. Si è concluso invece in maniera tragica il sequestro di Franco Lamolinara, ingegnere di 48 anni, originario di Gattinara (Vercelli), rapito il 12 maggio scorso nel nord della Nigeria, al confine con il Niger e poi ucciso il giorno del blitz, il 9 marzo scorso.

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