Confcommercio: “Italia tornata indietro di 14 anni”

di Redazione

 ROMA. Nel 2012 è atteso un calo del Pil dell’1,3%. Lo stima Confcommercio mostrando che l’Italia ha fatto un salto indietro di 14 anni.

“I consumi oggi sono ai livelli del 1998 e il Pil ai livelli del 1999” indica l’organizzazione. Il prodotto interno sarà piatto nel 2013 e tornerà a crescere dello 0,9% nel 2014. Migliori le notizie che arrivano dall’Istat: le vendite al dettaglio a gennaio segnano un aumento su dicembre dello 0,7%, in risalita dopo la caduta dei due mesi precedenti; ma su base annua registrano un altro calo, il nono consecutivo, pari al -0,8%, con i prodotti alimentari pressochè fermi (+0,1%) e il non food che scende dell’1,2%.

Nel confronto con dicembre, aumentano le vendite sia per i prodotti alimentari (+1,2%) sia per quelli non alimentari (+0,5%), ma la risalita congiunturale resta comunque “parziale” rispetto ai forti ribassi di novembre e dicembre, spiegano i tecnici dell’Istituto di statistica. Infatti, se si guarda all’ultimo trimestre in media l’Istat registra un calo dell’0,8% rispetto ai tre mesi precedenti. Guardando ai prodotti non alimentari, a gennaio si registrano diminuzioni in tutte le categorie, con l’eccezione del gruppo altri prodotti (gioiellerie, orologerie), che segna un incremento dello 0,4%, e del gruppo prodotti di profumeria e cura della persona, che resta fermo. I ribassi tendenziali di maggiore entità riguardano i gruppi cartoleria, libri, giornali e riviste (-2,7%) e giochi, giocattoli, sport e campeggio (-2,4%). Scendono anche le vendite di prodotti farmaceutici (-1,8%) e abbigliamento (-1,8%).

Al Forum di Cernobbio (Como), Concommercio ha stimato che nel 2012 agli italiani verranno chiesti “sacrifici da record” con una pressione fiscale ai massimi storici. Il rapporto tra gettito complessivo di carattere tributario e contributivo e prodotto lordo (pressione fiscale apparente) supererà il 45% del Pil, ma se si elimina dal Pil la quota di sommerso, la pressione fiscale “legale” raggiunge il 55%, portando l’Italia ad essere maglia nera a livello mondiale.

“Nel 2012 si raggiungono tre record: il più rapido incremento della pressione fiscale apparente nella storia repubblicana, il massimo storico assoluto in termini di pressione medesima e il massimo mondiale in termini di pressione effettiva sui contribuenti in regola” si legge nello studio. L’Italia è al settimo posto nella graduatoria europea nel 2007 e passa al quinto in quella del 2012, tanto per effetto di un incremento di pressione quanto per il fatto che Danimarca, Svezia, e Belgio riducono la propria pressione.

“Gli ulteriori aumenti delle aliquote Iva sono una mina che va al più presto disinnescata”. È quanto sostiene il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. Secondo Sangalli “se la mina non verrà disinnescata si darà un colpo mortale ai consumi”. Per questo il presidente di Confcommercio sollecita decisioni da parte del governo.

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