Bosusco: “Sto bene. Sopravvivrò”. Interrotte le trattative

di Emma Zampella

Paolo BosuscoROMA. Il suo primo pensiero è stato quello di rassicurare la sua famiglia circa le sue condizioni: “Sto bene. Il morale è alto”.

A parlare è Paolo Bosusco, rapito in India, a Orissa, da sequestratori maoisti qualche settimana fa. Il contatto con il mondo è stato possibile grazie alla comunicazione tramite walkie-talkie instaurata con i giornalisti della Bbc che si sono recati domenica, 25 marzo, nel luogo in cui Bosusco è detenuto per assistere alla liberazione dell’altro italiano sequestrato, Claudio Colangelo.

Dall’intervista audio che circola in rete, pare che le condizioni del tour operator italiano siano migliori di quello che si credeva: “Sebbene la situazione non sia piacevole queste persone sono molto gentili, mi trattano bene Dite alla mia famiglia che sto bene e che il mio morale è alto . Certo vorrei essere rilasciato, sto aspettando i risultati dei negoziati, ma io amo stare nella giungla. Sopravvivrò per il tempo necessario a risolvere tutto”. Bosusco conosce bene la giungla, ne rispetta la vita delle tribù tanto che afferma di essere “totalmente innocente” e di essere felicissimo che siano stati liberati sia i due indiani che lavoravano per lui, sia il suo cliente italiano, ClaudioColangelo: “Ha avuto fiducia in me, pensavo che non avremmo avuto alcun problema nella giungla, sono 21 anni che ci lavoro e non ne ho mai dovuto fronteggiare”.

Al momento, nonostante la sua condizione di “rapito” sulle montagne del Daringibari, in cui lo tengono prigioniero i ribelli maoisti dell’Orissa di Sabyasachi Panda, l’italiano ha fatto sapere di essere sereno, come ha ripetuto più volte, e di essere invece preoccupato per l’eventuale, ma forse certo rimpatrio: “Mi è stata fatta una grande ingiutizia; prima di tutto perché non avrebbero dovuto rapirmi, secondo perché ho lavorato onestamente e posso fornire a chiunque le prove di tutto quello che ho fatto qui in questi anni. Non sono qui per disturbare niente e nessuno, sono qui perché amo la natura e gli abitanti delle tribù possono dirlo per me. Ho dedicato tanti anni della mia vita all’Orissa. Anche adesso, con tutto quello che mi sta succedendo, non mi sento di dire nulla di brutto: questa terra mi ha reso molto felice. Se il governo mi rimpatrierà, mi sarà stata fatta un’ingiustizia due volte”.

Intanto però a confermare le sue buone condizioni di salute è stata anche la Farnesina che ha riferito tramite il portavoce del ministero degli Esteri, Giuseppe Manzo, nel corso di un briefing con la stampa che l’ambasciatore italiano a New Delhi, Giacomo Sanfelice, ha avuto mercoledì un colloquio con il chief minister dell’Orissa, che ha ribadito il “massimo impegno delle autorità locali nella risoluzione del caso, assicurando che i negoziati proseguiranno nei prossimi giorni”. L’ambasciatore italiano, dal canto suo, ha ribadito al capo del governo dell’Orissa che, per l’Italia, l’incolumità di Bosusco rappresenta una “priorità assoluta”.

Come si legge però dal sito di “Repubblica”, nella guest house di Stato della capitale dell’Orissa, Bhubaneswar, dopo alcune ore di negoziato per scrivere la parola fine sul rapimento le trattative si sono nuovamente interrotte. L’accordo che pareva vicinissimo si è allontanato tanto chei mediatori governativi hanno infatti lasciato la riunione facendo capire che i maoisti hanno messo sul tavolo nuove richieste e che quindi avevano bisogno di parlare con il governo per capire come comportarsi. Uno stop imprevisto che allunga i tempi per la liberazione di Paolo Bosusco.

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