Bossi: “Berlusconi mi fa pena, vota il contrario di quello che faceva”

di Redazione

Berlusconi-BossiMILANO. L’appello di Angelino Alfano a non rompere per le amministrative l’alleanza storica tra il Pdl e la Lega non sembra fare breccia nelle fila del Carroccio.

E sono le parole di Umberto Bossi, dopo che già altri “colonnelli” del partito avevano mostrato il pollice verso sull’ipotesi di un accordo, a gelare le speranze in casa pidiellina: “Berlusconi mi fa pena. – ha detto il Senatùr al congresso nazionale della Lega a Collegno, nel Torinese – Va a votare il contrario di quello che faceva. Per questo non è possibile fare un accordo per le amministrative”. Bossi ha attaccato anche il premier Mario Monti, definendolo “un dramma”, uno che “risponde solo alle richieste dell’Europa e delle banche”.

In mattinata il primo “no, grazie” all’invito di Alfano era arrivato da Roberto Calderoli, presidente del “parlamento padano”: “Alle prossime elezioni amministrative la Lega correrà da sola, la strada è in salita, ma per la prima volta dopo tanti anni dobbiamo andare a contarci nelle urne, per vedere se dopo tanti anni questo popolo padano ha capito finalmente da che parte stare o continuare a votare ancora per il Pdl o per il Pd”.

Alfano aveva chiesto di non lasciare il Nord nelle mani del centrosinistra, ipotesi più plausibile nel caso di una divisione del fronte del centrodestra, ma aveva subito ricevuto la risposta tranchant di Roberto Maroni: “E’ il Pdl che a Roma è alleato con il Pd. Inizi a togliere il sostegno a Monti”. Concetto ripreso anche da Calderoli: “Quando ieri ho sentito Alfano mi sono chiesto se mi ero drogato, che film avevo visto. Sono al governo insieme, la sinistra ce l’hanno portata loro al governo e quello che cercano di nascondere è proprio che sono al governo insieme”.

Ma anche all’interno del Carroccio non mancano le spaccature: da Collegno Bossi manda un avvertimento a Flavio Tosi, sindaco di Verona: “Se fa la sua lista si mette fuori automaticamente dalla Lega, speso che non lo faccia”. Tutto nasce da un’intervista dello stesso Tosi a La Stampa in cui anticipava la volontà di correre per la rielezione con una lista “personale”. Parole che il Senatùr non ha affatto gradito.

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