Maradona: “Voglio risolvere col Fisco italiano”. Le Entrate: “Nessun contatto”

di Redazione

Diego Maradona“Non sono mai stato condannato dalla Cassazione e voglio chiarire per trovare una pace finale con il Fisco e con tutta l’Italia mettendo fine a tanti equivoci e ingiustizie fatte contro di me”.

Diego Armando Maradona, dai microfoni di SkyTg24, parla così della sua situazione con il fisco. “Mi hanno impedito di tornare in Italia fino a oggi e spero che esista giustizia, – spiega il Pibe de oro – la legge è uguale per tutti. Il mio desiderio è quello di ritornare in Italia e abbracciare i napoletani e tutti i mie amici che vivono in Italia. Mi hanno fatto perdere 20 anni, tanti anni di amore che io ho dato in campo”. “E’ giusto pagare le tasse – ha aggiunto il campione argentino nell’intervista al canale all news di Sky – ma il fisco deve essere più umano con i cittadini. Io non sono mai stato un evasore fiscale. Ho sempre pagato tutte le tasse che conoscevo. Come dice anche la sentenza del tribunale italiano del 1994 presentata dal mio avvocato, Angelo Pisani, ai nuovi giudici. La sentenza dice che io ho ragione e che non ho debiti”. Poi un saluto ai bambini del quartiere Scampia: “Ciao bimbi, sono Diego, mando abbraccio a tutti voi e a tutta Scampia. Ci vedremo presto. Grazie per l’amore, e per il rispetto. Ci vedremo, spero presto”.

A stretto giro, però, alcune fonti dell’Agenzia delle Entrate fanno sapere che non è in programma nessun incontro tra Maradona (o il suo legale) e il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Nessun contatto, inoltre, sarebbe al momento in corso con i vertici di Equitalia che stanno gestendo il recupero del credito vantato dallo Stato italiano nei confronti del campione, che si aggirerebbe ora attorno ai 40 milioni di euro. Maradona ha con il fisco italiano un forte debito dovuto agli accertamenti fiscali del passato. Nel 2010, quando gli è stato pignorato da Equitalia l’orecchino con diamanti che poi è stato venduto all’asta per 25mila euro, l’Erario vantava nei suoi confronti crediti per circa 37 milioni di euro: 13 milioni di imposte e il rimanente per interessi e sanzioni. Il debito è poi lievitato di 3mila euro al giorno per gli interessi e ora l’ammontare complessivo si aggirerebbe – secondo quanto si è appreso – attorno ai 40 milioni di euro.

Bocche cucite negli ambienti dell’amministrazione finanziaria sull’ultimo intervento del calciatore, ma – come è avvenuto nel passato – è facile comprendere che difficilmente ci potrà essere un trattamento diverso da quello di altri contribuenti. Equitalia lo aveva già ufficialmente detto nell’ottobre 2010, quando i tifosi – e anche il calciatore Salvatore Bagni (“Verrà senza orecchino ed orologio così non possono pignorargli niente”) – avevano cercato di organizzare allo stadio San Paolo di Napoli una festa per i 50 anni di Maradona. “Le somme che Diego Maradona deve al Fisco perché ha evaso e che Equitalia tenta di recuperare – scrisse allora la società pubblica in un comunicato – sono soldi che l’ex campione argentino deve allo Stato italiano, quindi a tutti i cittadini, compreso il signor Bagni”.

Al di là delle parole, infatti, Maradona ha più volte cercato di dribblare quanto dovuto. Nel passato, durante un passaggio in Italia, gli era stato confiscato un orologio, venduto all’asta per undicimila euro ed acquistato da alcuni tifosi napoletani. Inseguito dal fisco, che è riuscito a pignorargli parte del compenso Rai, aveva nel 2007 interrotto la partecipazione alla trasmissione “Ballando con le stelle”. Due anni dopo a Merano, durante l’arrivo in Italia, l’unica cosa pignorabile era stato l’inseparabile orecchino con brillanti. Dopo questo episodio il campione, attraverso il suo legale, ha anche tentato senza riuscire nel suo intento di contestare formalmente le cartelle, parlando di difetti di notifica e di prescrizione: un tentativo di fare “un gol al Fisco” che non avrebbe sortito alcun effetto.

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