Il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete è tornato a parlare della situazione scommesse in Italia durante il “primo seminario di Alto Livello sulla Legalità nello Sport” che ha avuto luogo nella Scuola Superiore di Polizia di Roma …
… e che è stato promosso dal Ministero dell’Interno, Interpol e Figc: Abbiamo sempre garantito la legalità delle partite, nel mondo del calcio convivono dimensioni positive e negative ma abbiamo anticorpi per tenere lontano soggetti che cercano di inquinarlo. Confermiamo il nostro impegno nel portare avanti questa battaglia primaria. Vogliamo migliorare il nostro rapporto virtuoso tra istituzioni e sistema sportivo e crescere. – ha ribadito Abete – Non vogliamo che i nostri eventi vengano violentati dalla criminalità organizzata che cerca di introdursi in un mondo economicamente importante e che trova nel nostro ambiente qualche soggetto più debole. È una battaglia da fare insieme, noi faremo la nostra parte come sempre.
Abete è daccordo sullintroduzione del quarto arbitro ma tutto non deve essere “un test limitato nel tempo perchè bisogna tenere in conto i problemi organizzativi e l’eventuale ampliamento dell’organico arbitrale. Per ogni giornata occorrerebbero venti arbitri. Il presidente della Federcalcio chiarisce: Vedremo cosa deciderà a riguardo l’Ifab nell’incontro di luglio. Favorire questo rapporto è fondamentale. La federazione è disponibile. Quando si fanno, però, bisogna essere frequentatori di questi incontri.
Sul rapporto tra Milan e Juventus: I timori da parte mia sono minori rispetto agli auspici che ci sia un clima sereno. Fra i club di Milan e Juve ci sono rapporti antichi, lasciamo la parola al campo. Diamo più spazio al calcio giocato che a quello parlato.
Il problema del razzismo: Noi siamo in prima linea nella lotta al razzismo. -dice Abete- C’è un grande impegno contro ogni discriminazione. Ai primi di maggio organizzeremo una conferenza europea assieme alla Fare. I comportamenti razzisti sono inaccettabili ma non facciamo di tutta un’erba un fascio. Dobbiamo intensificare questa battaglia. Occorre il rispetto delle diversità perché apparteniamo ad un’unica razza, quella umana.