Il Papa in Messico e Cuba: “La Chiesa sta dalla parte della libertà”

di Emma Zampella

 ROMA. All’aeroporto di Fiumicino c’era anche il presidente del Consiglio, Mario Monti: il Pontefice in viaggio verso il Messico, Cuba e Sud America.

Si mostra per la prima volta in pubblico con un bastone che è solito usare in privato Papa Ratzinger, partito venerdì alla volta di quel viaggio che nel 1998 fu compiuto anche da Giovanni Paolo II. Ad accogliere Benedetto XVI all’aeroporto ‘Leonardo Da Vinci’ c’era il presidente del Consiglio: una lunga stretta di mano e uno scambio di saluti ha suggellato l’incontro. Quindi, Monti, continuando a conversare cordialmente, ha accompagnato il Pontefice fino al Boeing 777 dell’Alitalia, che è decollato poco dopo le 9.30 e atterrerà all’aeroporto internazionale Guanajuato a León, in Messico, dopo circa 14 ore di volo, alle 16.30 ora locale (le 23.30 italiane). Fino al 26 marzo Ratzinger sarà in Messico in occasione del 200° anniversario dell’indipendenza del Messico e di molti Paesi latinoamericani. Poi, fino al 28, a Cuba nell’anniversario del rinvenimento della statuetta della Virgen de la Caridad del Cobre. Prima di lasciare l’Italia, il Santo Padre ha rivolto un messaggio al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a cui ha detto: “Fervidi auspici per il benessere spirituale, civile e sociale del popolo italiano. Mi reco in Messico e a Cuba per sostenere la missione della Chiesa locale e portare un messaggio di speranza”.

Dal canto suo, il capo dello Stato, dopo “il più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio apostolico in Messico e a Cuba – ha sottolineato che – grande è l’attenzione con cui l’intera comunità internazionale guarda a questa sua nuova missione, così come intense sono l’attesa e la speranza della popolazioni che si accinge a incontrare e che, sono certo, la accoglieranno con particolare calore. Sono convinto – ha proseguito Napolitano – che la sua attesa visita trasmetterà profondi sentimenti di vicinanza e di comunione alle popolazioni di questi Paesi e dell’intero continente latinoamericano. Essa costituirà un alto richiamo morale ad affrontare in spirito di rinnovata solidarietà e unità le importanti sfide civili e sociali che attendono tali Nazioni. Mi è gradita l’occasione per rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione”.

Il Papa ha voluto poi rivolgere un messaggio alla politica in toto e perciò ha detto: “Anche la politica – ha aggiunto il Papa – deve essere una realtà morale ed è in questo che la Chiesa ha fondamentalmente a che fare con la politica. Il primo compito – ha spiegato – è educare le coscienze creando così la responsabilità necessaria a formarle sia nell’etica individuale, sia nell’etica pubblica, anche contro la schizofrenia che si presenta tra i due comportamenti, individuale e pubblico”.

Parlando del viaggio che si accinge a compiere in Messico, il Pontefice ha chiarito ai giornalisti che lo hanno interrogato sull’aereo che “ diversi sono i mali che attanagliano questo paese. “Dobbiamo fare il possibile contro questo male distruttivo per la società e per la nostra gioventù” – ha parlando della lotta al narcotraffico in Messico e ha aggiunto – “Compito della Chiesa è di educare le coscienze, alla responsabilità morale, di smascherare l’idolatria del denaro che schiavizza gli uomini, di smascherare il male e le false promesse, di smascherare la menzogna e la truffa che sono dietro la droga”. Il viaggio in America Latina prevede la prima tappa a Guanajuato/Leon, mentre lunedì mattina Benedetto XVI arriverà a Santiago de Cuba, mentre martedì si sposterà a L’Avana. Il ritorno a Roma è in calendario per la mattina del 29 marzo.

Ripercorrendo il monito lanciato durante il viaggio del suo predecessore che volgendo verso Cuba disse Cuba si apra al mondo, il mondo si apra a Cuba. Papa Ratzinger ha detto che “la Chiesa sta sempre dalla parte della libertà, libertà di coscienza, libertà di religione. Mi sento in assoluta continuità con le parole di Giovanni Paolo II, che sono ancora attualissime. Hanno inaugurato una strada di collaborazione costruttiva, una strada che è lunga, esige pazienza, ma va avanti. Oggi – ha aggiunto il Papa – è un tempo in cui l’ideologia marxista, come concepita, non risponde più alla realtà e se non si può costruire un tipo di società occorre trovare nuovi modelli, con pazienza, in modo costruttivo. E in questo processo, che esige pazienza ma anche decisione, vogliamo aiutare in uno spirito di dialogo, per evitare traumi e per contribuire ad andare verso una società giusta come la desideriamo per tutto il mondo”.

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