Concorso esterno, Furia: “L’avvocato Diana prenda a cuore la tematica”

di Redazione

 CASAL DI PRINCIPE. I vari provvedimenti di custodia cautelari, cui abbiamo assistito ed assistiamo nel nostro territorio, suscitano sempre scalpore e tanti commenti tra i nostri cittadini, fino a che non si spegne l’interessamento dei mass-media.

Qualcuno, talvolta li utilizza a fini speculativi propri, ma poi chi ne subisce le conseguenze sono i diretti interessati, le loro famiglie e l’intera comunità che subisce il marchio indelebile come un tempo si faceva con le mandrie di bestiame. Naturalmente, tranne che per i riflessi che il fenomeno dispiega nel sociale, la questione dovrebbe interessare tutti coloro che si occupano del mondo giudiziario, o legislativo e non di persone come me che a prima vista no avrebbero alcun titolo per intervenire più da vicino.

Poiché nel volgere uno sguardo attorno, noto giorno dopo giorno, sui volti di tanta gente una strana rassegnazione e segni di sofferenza che per me finiscono con l’apparire velate richieste di aiuto, mi sono deciso a tentare di aprire una discussione sul tema, in modo da fare apripista, con la speranza che altre persone veramente competenti nel ramo, vogliano contribuire a farlo per uno scopo alquanto nobile e molto sentito nel nostro paese.

L’assist mi è venuto leggendo un ottimo articolo che il deputato radicale Maurizio Turco ha pubblicato sul giornale “Gli Altri” del 23 u.s. dal titolo: i non reati e il 41bis –“Se lo Stato di Diritto è a discrezione dei magistrati”.L’autore, partendo dalla recente pronuncia delle sezioni unite della Corte di Cassazione, sul reato di concorso esterno ad un’associazione di tipo mafioso e dalle esternazioni fatte dal Procuratore Generale della stessa Cassazione, Francesco Iacoviello, nonché dal dibattito parlamentare in corso sulla necessità di rivedere in un nuova e più chiara riformulazione del predetto reato, arriva a dire senza mezzi termini, che al concorso esterno non crede più nessuno e che il reato non esiste in quanto tale, e che esso sarebbe il frutto della unione dell’articolo 110 con il 416bis.

Tralascio tutte le altre serie ed obiettive osservazioni che vengono fatte circa l’assenza di una chiara legislazione in merito, per osservare che il parlamentare finisce col conferire “al concorso esterno confini labili ed incerti; il che significa rimandare la determinazione del fatto punibile alla mera discrezionalità dei giudici”.

Ricordo a me stesso che, guarda caso, simile argomentazione la si sente ripetere in giro sempre più spesso da diverse persone, per cui sarebbe a questo punto ingiusto ed inumano stare fermi ed attendere altri mesi o anni senza muovere un dito in favore di chi di queste interpretazioni potrebbe rimanere vittima innocente, a due secoli e mezzo dalla pubblicazione del libro dell’illuminista Cesare Beccaria “dei delitti e delle pene”.

Non si tratta, è sempre utile ribadirlo per non essere fraintesi da chi non è in buona fede, di contestare la possibilità di essere sottoposti a qualsiasi indagine giudiziaria o di essere accusato di reato. Vorremmo solo capire meglio come mai verso noi casalesi, o cittadini dell’agro aversano, vi sono tanti reati di concorso esterno in associazione camorristica. Inoltre, visto che tra le persone colpite da provvedimenti di custodia cautelare in carcere vi sono diversi amministratori, sarebbe altrettanto utile comprendere perché in Parlamento è stato chiesto l’inserimento nel ddl sul “patto anti corrotti” per i comuni, un ruolo particolare per i “segretari”, per prevenire il reato di corruzione che, se accertato, farebbe scattare lo scioglimento del Consiglio comunale. Per cui, a questo punto, probabilmente stiamo parlando di qualcosa che esula di molto il solo nostro territorio su cui sono sempre accesi tutti fari della ribalta e riguarda sicuramente tanti altri enti pubblici italiani.

Per questo mi permetto di rivolgermi, con modestia a parte e nello stesso tempo tanta fiducia, al carissimo nostro concittadino avvocato Alessandro Diana, quale presidente dell’ordine forense di Santa Maria Capua Vetere, per chiedergli di prendere a cuore la tematica fin qui sollevata, ampliandola come meglio crede, ed aprire un forte dibattito sulla stessa, coinvolgendo il maggior numero di persone esperte giuridicamente e politicamente, sociologi ed altri, con una primo convegno che parta proprio da Casal di Principe, con lo scopo di rasserenare il clima pesante in cui vivono centinaia di famiglie della nostra comunità.

ragionier LUIGI FURIA

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