Strisce blu, il comitato invoca intervento del Prefetto

di Antonio Arduino

 AVERSA. Dopo aver chiesto al sindaco di Aversa la sospensione immediata del contratto con la società gestrice del servizio di sosta a pagamento, colpita da interdittiva atipica antimafia, il Comitato Civico Strisce Blu invoca l’intervento del Prefetto di Caserta.

“Il Comitato Strisce Blu si pone come obbiettivo principale far rispettare ai comuni le norme che regolamentano la sosta a pagamento” scrive, in una nota indirizzata al Prefetto e alla stampa, Giuseppe Oliva, responsabile del comitato aversano e vice presidente del Comitato Strisce Blu Italia.

“Per fare questo ci avvaliamo – spiega – della consulenza tecnica di ex comandanti della polizia municipale e delle circolari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le quali chiariscono in maniera inequivocabile le corrette modalità di applicazione della sosta a pagamento e del relativo sistema sanzionatorio”. “Purtroppo – osserva Oliva – questo non sempre avviene nei Comuni e sono molti gli Enti che applicando in maniera errata le Leggi creano un danno sia agli automobilisti, costretti a proporre ricorso, sia ai Comuni che sempre più spesso non riescono ad incassare le multe erroneamente emesse, inoltre vi è un intasamento sia degli uffici dei Giudici di Pace sia della Prefettura, alle prese con un numero sempre maggiore di contenziosi”. “Nello specifico il Cbs –ricorda Oliva – ha rilevato che ad Aversa vi è una errata applicazione del sistema sanzionatorio”.

“Il Codice della strada, articolo 200/201, prevede – spiega – la compilazione del verbale di accertamento con firma autografa da parte dell’ausiliare del traffico e la relativa trasmissione all’organo accertatore, in caso di mancata contestazione immediata, sistema è ribadito anche all’interno del contratto di appalto”. “Purtroppo – aggiunge – questo metodo, di legge, ad Aversa è completamente disapplicato in quanto, nonostante gli ausiliari siano stati investiti dei relativi poteri per sanzionare, da ben 2 anni non compilano più i verbali. Verbali che vengono emessi dal comando di polizia municipale basandosi su un semplice elenco di cittadini che, a dire della Smart Project, ‘azienda che è stata colpita da interdittiva antimafia atipica’ non hanno pagato in tempo la penalina che viene applicata sull’auto”.

“Questo sistema che non reca nessuna autorizzazione ministeriale che possa giustificarne l’uso in sostituzione dei verbali cartacei, presenta – precisa Oliva – anche molti nei, che il Csb ha più volte segnalato al comandante della polizia municipale, come la trasmissione (tramite palmare) di due penaline in caso la linea dati cellulare passi da un gestore all’altro, costringendo l’automobilista a pagare 2 penali emesse a distanza di un minuto l’una dall’altra per non incorrere in multe ingiuste. Inoltre l’uso, da parte degli ausiliari, di palmari non omologati ha fatto nascere il dubbio che le multe comminate potrebbero essere state emesse per errore dal computer in dotazione alla società privata”.

“Per dissipare questo dubbio il Csb – continua la nota – ha preparato un modulo per chiedere al comando di polizia municipale una copia in firma autografa del verbale, conforme all’art. 200/201 del Codice della strada, onde poter accertare l’esistenza dell’unico documento dimostrativo dell’infrazione, come indicato anche da sentenze della Corte di Cassazione (1923/99, 4567/99, 6065/05, 21045/06 e 22088/07,) e da circolari del Ministero dell’Interno”.

“A seguito delle segnalazioni fatte da molti cittadini, che non hanno ricevuto risposta pur avendo fatto richiesta di copia del verbale, il Csb ha consegnato alla magistratura di Santa Maria Capua Vetere – ricorda la nota – alcune denunce per omissione d’atti d’ufficio, ma neanche le denunce sono servite ad ottenere copia dei verbali in firma autografa. Perché, ad oggi, il comandante della polizia municipale continua a non volerne fornire copia”.

“Inoltre – continua il vicepresidente del Comitato Strisce Blu Italia – è di pochi giorni fa la notizia che anche l’Urbania, un’altra delle tre aziende facenti parte del consorzio Ati che gestisce il servizio di sosta a pagamento ad Aversa, è stata raggiunta da una nota della prefettura di Napoli che ha spinto molti comuni, come Torre del Greco, ad annullare con effetto immediato il contratto in essere con tali aziende per il medesimo servizio gestito ad Aversa dove, però, inspiegabilmente l’Amministrazione sta continuando a far lavorare in regime di proroga le aziende sotto osservazione”.

“Per tutti questi motivi chiedo con urgenza l’intervento della Prefettura onde poter riportare la legalità nella gestione della sosta a pagamento”, conclude il vicepresidente del Comitato Strisce Blu Italia, allegando alla richiesta la documentazione attestante le affermazioni fatte.

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