Amianto, allarme dei volontari del Wwf

di Nicola Rosselli

 VILLA LITERNO. Una mappa dell’agro aversano zeppa di punti in cui insistono discariche, più o meno grandi, dove il famigerato amianto, salito alla ribalta delle cronache in questi giorni per il processo ai proprietari dello stabilimento Eternit di Casale Monferrato, è praticamente abbandonato a cielo aperto.

Le lastre sono libere di sfaldarsi a cielo aperto con gli agenti atmosferici che portano la sottile polvere ovunque. Una polvere sottile che provoca l’asbestosi, una malattia mortale ai polmoni. A denunziare questo stato di cose anche il responsabile regionale Wwf, Alessandro Gatto, che ha dichiarato: “L’amianto si continua a smaltire in maniera abusiva e pericolosa nelle campagne dell’agro aversano e dell’area del giuglianese”.

Un’affermazione supportata dalle operazioni di vigilanza ambientale, denominata “Maremma Liternina”, sui territori di Giugliano in Campania, Villa Literno e Castel Volturno, condotta dalle guardie giurate volontarie del Wwf di Napoli e Caserta. Per quanto riguarda il Casertano, nel territorio del comune di Villa Literno, sono stati trovati numerosi cumuli di rifiuti tra cui vari raggruppamenti sparsi di carcasse di frigoriferi smantellati e pezzi di carrozzeria di automobili. “Anche in questa parte del territorio casertano – hanno dichiarato i volontari – la presenza di amianto, pneumatici, ed altri rifiuti pericolosi è stata una costante, così come in tutto l’agro aversano”.

Nel territorio del comune di Villa Literno, in particolare, pochi metri al di sotto del cavalcavia della strada statale 7 Quater (Domiziana), è stato avvistato uno dei tanti siti inquinati da rifiuti di amianto e da altri rifiuti pericolosi, probabilmente sequestrato dalla magistratura, ma mai avviato a bonifica (in questo sito si notava addirittura la presenza di cartelli che segnalavano la presenza della pericolosa sostanza). “Purtroppo, – ha dichiarato ancora Gatto – lo smaltimento dell’amianto in questo modo risulta essere pericolosissimo perché il cancerogeno minerale viene lasciato all’aria aperta libero di ‘sfibrillarsi’ e di liberare nell’atmosfera le pericolose e cancerogene particelle causando un vero e proprio disastro ambientale”.

Ma la mappa non si ferma qui. Il territorio di Villa di Briano, ad esempio, è tra i più colpiti dall’abbandono di amianto con la presenza di decine e decine di micro discariche; la strada provinciale che collega San Marcellino a Casapesenna, via Nina, è tutta costellata dalle stesse micro discariche dove il minerale killer la fa da padrone, per non parlare degli pneumatici. Meno invasiva la situazione nella zona orientale dell’agro aversano dove, negli anni novanta, nella zona industriale di Aversa Nord, a Carinaro, c’era la Sepma, industria che produceva pasticche per freni di auto, fallita, con tonnellate di scorie nei cortili, fatti bonificare dal curatore fallimentare e la stazione ferroviaria di Gricignano-Teverola, dove qualche anno fa, l’allora Ferrovie dello Stato decise di parcheggiare tutte le carrozze dei treni contenenti amianto da far bonificare. Carrozze, successivamente trasferite.

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