Aumento costo della vita, documento del sindaco Michele Griffo

di Redazione
Aumento costo della vita, documento del sindaco Michele Griffo
E’ doveroso chiarire e precisare che l’Amministrazione Comunale ed il Consiglio Comunale di Trentola Ducenta hanno l’autorità morale e politica per poter sollevare problematiche anche perché tra i tanti proclami di molti, …
… le promesse o le solite dichiarazioni di facciata di qualcuno, hanno rinunciato all’indennità di carica di Sindaco, di Assessore, di Presidente del Consiglio e di Consigliere Comunale, nonché operato sempre e comunque nella legalità e con trasparenza.

Il punto posto all’ordine del giorno, a prima vista, può sembrare una provocazione ma credo sia giusto dire che trattasi di una riflessione seria sull’attuale situazione economica delle famiglie della nostra Città, della Provincia di Caserta e della Regione Campania e più in generale del Sud, dove per famiglia si intende giovani, anziani, pensionati ecc. ecc.

Non sono un economista né pretendo di esserlo e quindi non intendo porre alla vostra attenzione elementi o disquisizioni di economia, ma solo semplici riflessioni o constatazioni di chi vive quotidianamente la realtà e quindi ben conscio di tutto ciò che a mio parere mette in ginocchio le famiglie e di conseguenza l’economia.

Non è un mistero che oggi la crisi economica colpisce tutti, coltivatori diretti, professionisti, impiegati, pensionati, imprese, gran parte del settore commerciale e via discorrendo; in questo caso parliamo di coloro che hanno un’attività o che godono di una retribuzione mensile; lascio alle riflessioni altrui le condizioni di coloro i quali non hanno un’attività, stipendio o che addirittura sono disoccupati cronici. Non può sfuggire a nessuno che l’attuale situazione aggrava lo stato di povertà e colpisce sempre di più le fasce più deboli: penso ai 340 mila pensionati campani che devono sopravvivere con una pensione media di circa 400 euro mensili, nettamente inferiore ad una pensione mensile media paventata di 600 euro mensili, addirittura quasi nulla rispetto ai 746 euro mensili della media nazionale, da fame rispetto alla Lombardia e Lazio che risulta essere rispettivamente pari a 914 e 830 euro.

Mi preme sottolineare gli aumenti dei prezzi dei beni di largo consumo del mese di gennaio pari al 4,5 % senza parlare della benzina, delle assicurazioni auto, delle tasse provinciali e regionali ecc. ecc. Il prezzo dello zucchero risulta aumentato del 15%, del Caffè del 16,50%, del pesce del 3,6%, del pane del 2,9%, della pasta del 2,1% senza parlare poi degli aumenti degli affitti, dell’acqua, dell’energia e dei carburanti che sfiorano l’8%.

Sono stati registrati cali nell’acquisto di vegetali e frutta fresca pari a -8,7% e -2%; è semplice da spiegare: si compra sempre meno frutta perché nella scala dei prodotti di prima necessità vengono prima il pane, la pasta e poi la frutta per cui non si compra frutta perché non si ha più disponibilità economica per farlo.

Nella stessa direzione vanno gli aumenti contenuti per spese sanitarie aumentare dello 0,1%, spettacolo e cultura +0,1%; è normale chiedersi: come può un cittadino pensare alla cultura se non ha i soldi per mangiare? Stessa riflessione per le spese sanitarie per cui ne viene da sé dire: LA GENTE NON PUO’ NEMMENO PIU’ CURARSI.

Gli aumenti dei carburanti che, alla faccia delle liberalizzazioni, sono aumentati del 17,5% nel mese di gennaio partendo da un + 15,8 % del mese di dicembre. Per questo prodotto è opportuno evidenziare:

a) In Italia il prezzo della Benzina è il più alto d’Europa (ADOC);

b) Il rifornimento annuale costa 3240 euro, il 12% in più rispetto alla media continentale;

c) Negli ultimi 12 mesi c’è stato un aggravio di spesa di € 350,00 annuo;

In tale settore si verifica poi un fatto molto anomalo o strano; infatti, con l’aumento del prezzo del greggio scaturisce l’automatico aumento del presso alla pompa; quando diminuisce il greggio, il prezzo alla pompa resta invariato, non diminuisce, con il grave danno che gli aumenti successivi partono sempre dal prezzo precedente e questo è un miracolo tutto italiano senza contare che sul prezzo del carburante grava ancora l’accise sulla Guerra in Abissinia. Non deve sfuggire comunque che il prezzo della benzina nella nostra Regione è il più alto d’Italia per i vari balzelli degli Enti Locali.

L’Assicurazione sulle auto e motocicli nella nostra zona è diventata una pura follia; i prezzi senza alcun controllo e tutti possono e fanno gli aumenti che reputano opportuni. All’aumento indiscriminato delle compagnie, negli ultimi tempi si sono aggiunti gli Enti Locali; LA PROVINCIA DI CASERTA ha aumentato la tassa sulla polizza assicurativa del 3,50 % portandola dal 12,50 % al 16% con un aumento consequenziale medio annuo di 40 euro circa per il consumatore; ma il dato paradossale che colpisce il nostro territorio è che al VIRTUOSO SUD non vengono riconosciute le agevolazioni riconosciute al cittadino del NORD; ma c’è di più: le Compagnie, per porre in essere i propri aumenti, inviano disdetta per cui si è costretti a stipulare nuova polizza con altra compagnia senza poter quindi beneficiare delle riduzioni per bonus.

Paradossale poi è la problematica legata ai neo patentati: a quello del Sud l’assicurazione costa circa 3.000,00 euro annui nel mentre al neo patentato del nord costa almeno dieci volte di meno.

Deliberatamente ometto di parlare delle diversità in materia di agevolazioni bancarie.

Tutto questo mi porta a pensare, e ne sono sempre più convinto, che è il SUD che aiuta e finanzia il NORD e non il contrario. Ma il balzello delle tasse e della pressione fiscale è un luogo comune anche per Enti come la Provincia e la Regione.
La Regione Campania, in molte occasioni, opera allo stesso modo del Governo Centrale, prende e non restituisce nemmeno il dovuto oppure opera tagli mettendo in ginocchio la crescita e lo sviluppo dei Comuni: infatti l’aumento della Tassa Automobilistica, le Tasse per l’Università, il Ticket sanitario, costringe i Comuni ad anticipare le rate di mutui e così via senza rimettere nemmeno il finanziamento per il diritto allo studio.
La Provincia si è messa al passo con i tempi aumentando, come detto, la tassa sulle polizze auto, l’accise sull’ENEL, sui rifiuti opera con costi elevatissimi a carico dei cittadini, l’accise sull’immatricolazione delle auto al P.R.A.: alla luce di tanto, è lecito chiedersi:

1) c’è qualche legge dello Stato, a noi sconosciuta, che vieta di abbassare gli aumenti operati in precedenza?

2) C’è una legge dello Stato che blocca l’aumento delle pensioni e degli stipendi riducendo in povertà i cittadini?

3) C’è, e di sicuro, una legge dello Stato che obbliga la riduzione dei costi degli eletti?

4)C’è una legge dello Stato che impone, come detto sopra, agli eletti di fare economia ed ai nominati di percepire uno stipendio stratosferico come i Sottosegretari che percepiscono uno stipendio di circa 198.000,00 euro all’anno?

5) C’è una legge dello Stato che con l’entrata in vigore dell’euro ha automaticamente trasformati i prezzi della marca da bollo da 14.000 lire a 14 euro?; una raccomandata postale da 5.000 lire a 5 euro e 48 centesimi?; i costi del gioco, aumentati in maniera vertiginosa e vergognosa, da 1000, 5000 e 10.000 lire in 1 euro, 5 euro e 10 euro ed oltre?

Queste sono semplici riflessioni su problematiche con le quali i cittadini quotidianamente si devono confrontare per cui appare giusto e necessario denunciare:

– che il potere d’acquisto ha avuto una caduta vertiginosa del 3% circa a fronte di aumenti che sfiorano il 15/20 %;

– che il tutto porta per le famiglie una stangata enorme e più precisamente per una famiglia composta da 3 persone una spesa aggiuntiva pari a circa 570 euro, con un aumento del 5% circa, e riferibile al solo acquisto di beni di prima necessità;

Sorge spontanea la domanda: è possibile chiedere:

-di porre in essere atti volti a diminuire i prezzi, visto che oggi “diminuzione” dei prezzi sembra un vocabolo completamente eliminato dal vocabolario della lingua italiana, un vocabolo desueto; E’ possibile ripristinarlo?

-di porre in essere atti che obblighino le varie Autority ad intervenire subito e non con anni luce di ritardo (è facilmente riscontrabile che anche eventuali penali vengono applicate dopo anni, non proporzionali al danno arrecato e, cosa ancora più grave, non comportano l’automatica riduzione dell’illecito aumento perpetrato);

-un controllo sulla filiera agroalimentare per combattere la speculazione sui prezzi;

– la riduzione della tassazione sui carburanti;

-una forte accelerazione sulle liberalizzazioni, da condurre con serietà e fermezza, al fine di limitare il potere ai soliti potenti ed alle lobby;

Continuando di questo passo, siamo destinati a fallire; non è più possibile né sopportabile il continuo aumento dei prezzi a fronte della riduzione del potere di acquisto dei salari e delle pensioni e più in generale dei redditi delle famiglie; non è più possibile sommergere i cittadini di tasse quando intere famiglie sono allo stremo; non è possibile fare cassa con le imposte; così facendo non ci sarà né crescita né sviluppo.

Tutto quanto descritto è il frutto di semplici riflessioni che vogliono, con la massima umiltà e senza polemica alcuna, attenzionare gli Organi dello Stato, offrendo la nostra piena disponibilità a ricevere ogni utile insegnamento che possa andare in senso opposto a quanto innanzi espresso ed aiutare le famiglie a sopravvivere ed a superare questo difficile momento di recessione.
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