Dimissioni sindaco, Abategiovanni: “C’è qualcosa di strano”

di Redazione

Augusto AbategiovanniLUSCIANO. Quanto sto per affermare trova anche il consenso del consigliere indipendente Giuseppe Granieri.

Ciò si rende necessario in quanto gli ultimi avvenimenti succedutisi nel comune di Lusciano, e più specificatamente in seno all’Amministrazione Comunale, ci rendono obbligo di una precisa e dovuta chiarificazione. Premesso che non si intende in questo momento enunciare quello fatto dal sottoscritto in particolare e dalla minoranza tutta in quanto non si vuole essere ripetitivi. L’hanno fatto prima del sottoscritto gli amici De Chiara e Petrillo. Qui basta, ora, solo ricordare le proposte ed i consigli dati circa la riscossione dei tributi, la problematica del campo sportivo, del Siad, del Ripam, nonché la nomina dei caposettore o addirittura i vari comizi effettuati in piena estate. Per ritornare quindi ai fatti, è’ successo che di punto in bianco, abbiamo appreso dai quotidiani che il nostro sindaco si è dimesso dalla carica. Ossia improvvisamente l’Amministrazione è diventata monca del suo capo.

Probabilmente il sindaco avrà avuto le sue buone ragioni per fare un gesto del genere. Ma chi chiedeva cosa fosse successo, la minoranza non era in grado di saperlo. Ossia il sindaco, come è suo solito, si è dimesso, senza avere neppure quella bontà di partecipazione di cui si vanta in pubblico, di riunire tutti i componenti il Consiglio Comunale per spiegare cosa stava succedendo e cosa aveva in mente. Ennesimo tentativo di rincorrere il suo pensiero illuminato senza guardare nessuno; forse a malapena avrà informato qualche membro della maggioranza consiliare suddito del suo pensiero. Salvo poi inviare in modo formale una missiva del segretario Comunale che accludeva una sua pseudo dichiarazione di motivazioni addotte per tale dimissioni. Tale lettera è un mix di intendimento e sentimentalismo, di luoghi comuni e di aspirazioni; si tenta più di commuovere gli animi che dare una spiegazione reale alle sue dimissioni. Ebbene, nel leggere tali motivazioni, francamente c’è qualcosa di strano. E molto di inesatto. Egli dice che intende la minoranza come ruolo di controllo e di sprone invece si è trovato spesso di fronte a comportamenti imbarazzanti con scontri violenti, quasi fisici.

Ebbene è giusto rilevare che al di là delle belle parole ciò è successo in quanto egli ha sempre ritenuto la minoranza come opposizione. Una opposizione da zittire, da reprimere, da mettere in angolo. Una opposizione che non doveva partecipare o intralciare il suo pensiero di gestione del bene pubblico; un pensiero a sua immagine e somiglianza che non doveva e non poteva essere condiviso da nessun altro soggetto. Un pensiero che intendeva quindi la gestione pubblica come una gestione aziendale di tipo privato. Prova di ciò è l’annacquare le Commissioni con “esperti in tutto”, onde svilire il reale ruolo delle Commissioni Consiliari, nonché il suo continuo giocare con il telefonino durante i consigli comunali. E quando qualche membro della minoranza faceva notare tale comportamento ecco che puntualmente rispondeva in modo secco o infastidito: “io sento con gli orecchi e non con gli occhi. Quando finisci avrai al risposta”. Puntualmente la risposta era del tipo: “Avete parlato abbastanza? Ora votiamo e non se ne parli più.” Spesso tale minoranza era costretta ad abbandonare l’aula in segno di protesta per questo modo oligarchico di gestire il Consiglio Comunale.

Egli ha sempre inteso che non è il Consiglio Comunale luogo di dibattito politico ma luogo di proposizione amministrativa su argomenti specifici già confezionati dalla Sua maggioranza o peggio ancora scaturiti dal suo pensiero illuminato. Allora se ciò è vero, spesso, ci siamo chiesti quale è il luogo di dibattito politico. Inutile dire che le Conferenze dei Capigruppo non erano altro che delle riunioni ove ci veniva confezionato l’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale; così come anche altri incontri o dibattiti circa questioni importanti per la vita del paese erano latitanti. E quando qualcuno della stessa maggioranza addiveniva ad una forma di dialogo con noi oppure ad una forma di flebile dissenso col suo pensiero ecco che, di punto in bianco, veniva sostituito. Certo è che questa minoranza non essendo stata in accordo con il sindaco ha fatto una cosa abnorme. Avete mai visto voi una minoranza che è in accordo con il pensiero di un sindaco? Per questo il nostro sindaco si è dimesso? Se voleva rallegrarci l’animo, poteva riuscirci lo stesso raccontandoci una barzelletta. Probabilmente c’è qualcosa di diverso.

Ci spieghi meglio il suo gesto e non mandi su altri i propri errori. Altra motivazione: la diffamazione a mezzo di lettere anonime. Orbene, se sono un giusto, onesto, rispettoso delle regole di cosa mi preoccupo? Mi dimetto per questo? Probabilmente egli mente e c’è qualcosa di diverso. E poi come fa lui a parlare di lettere anonime? Da che mondo e mondo le lettere anonime vengono recapitate agli inquirenti, alle forze dell’ordine. Come conosce lui l’esistenza di tali lettere anonime? Cosa dicono tali lettere? Un sindaco non si dimette per lettere anonime. Bisogna avere il coraggio di dire le cose come sono: egli ha avuto paura. Paura di cosa? Probabilmente il nostro Sindaco ha ricevuto un Avviso di Garanzia. Ecco cosa lo ha spaventato. Un avviso di garanzia cui nessuno nomina ma tutti intuiscono. Avviso che lo ha spaventato e lo ha costretto alle dimissioni.

Ancora, il nostro sindaco asserisce che c’è stato lo “sfaldamento del progetto politico” originato dalla “voluta” chiusura del gruppo politico denominato “Movimento Popolare per Lusciano”. Egli a tal proposito non può incolpare altri se non se stesso. Infatti,egli definisce la sua squadra “quel magnifico gruppo” dimenticando che tale gruppo è l’espressione del suo movimento e che altri elementi di spicco hanno contestato il suo operato dicendo testualmente” tutto ciò che è stato realizzato non è in sintonia con il progetto che insieme abbiamo redatto.

Ebbene lo sfaldamento di tale movimento non può e non deve essere motivo di scusa per i tanti errori perpetrati dal nostro sindaco. Bisogna ricercare altrove i propri fallimenti. Probabilmente nel modus operandi e non negli altri soggetti. Egli è un sindaco e sue sono le colpe degli errori fatti.

Augusto Abategiovanni, consigliere di opposizione

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