Stupro L’Aquila, arrestato militare avellinese

di Emma Zampella

 L’AQUILA. È stato arrestato Francesco Tuccia, il militare 21enne accusato della violenza sessuale e di tentato omicidio ai danni della 20enne di Tivoli trovata, nella notte tra l’11 e il 12 febbraio, nella neve, seminuda e sanguinante, fuori dalla discoteca “Guernica”, in provincia dell’Aquila.

I carabinieri lo hanno arrestato nella caserma Campomizzi dell’Aquila. E’ il principale sospettato per essere stato sorpreso con gli abiti intrisi del sangue della giovane mentre usciva dalla discoteca. Dalle indagini è emerso che, al momento della violenza, la ragazza sia stata ripetutamente colpita con uno o più oggetti che non sono stati ancora ritrovati. Gli inquirenti sono arrivati ad una tale conclusione valutando le pericolose e gravi ferite riportate dalla vittima: l’intento del militare, secondo la ricostruzione, era quello di praticare una violenza estrema. Ed è proprio da quelle ferite che “parlano da sole”, come hanno riferito gli inquirenti, che è stato possibile ricostruire la dinamica della vicenda.

A inchiodare il militare della provincia di Avellino sono state in particolare le tracce di sangue trovate sulla camicia, sulla mano e sul braccialetto, presumibilmente quello che viene applicato all’ingresso delle discoteche. Le prove ematiche – stando agli esami dei Ris di Roma – appartengono alla studentessa laziale. Il giovane era stato fermato con gli abiti sporchi di sangue dal gestore del locale e dai buttafuori nelle vicinanze del posto dove era stata trovata la giovane mentre stava lasciando la discoteca in macchina con due commilitoni e un’amica loro. Ascoltato sin da subito dagli inquirenti, aveva in un primo momento negato ogni coinvolgimento. Poi ha ammesso il rapporto sessuale definendolo però consenziente.

I tre amici dell’arrestato, due militari e una ragazza, “peraltro mai iscritti nel registro degli indagati”, sono risultati assolutamente estranei ai fatti, precisa una nota dei carabinieri. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip dell’Aquila, Romano Gargarella, il quale ha condiviso le conclusioni investigative degli inquirenti. Le indagini sono state coordinate dal pm David Mancini, secondo cui il giovane avrebbe agito da solo al di fuori della discoteca dove era uscito insieme alla giovane, con la quale all’interno del locale aveva avuto un approccio. Non c’è stato rapporto sessuale, ma uno stupro. E sarebbe avvenuto anche con l’utilizzo di un corpo estraneo. L’uomo si sarebbe disfatto dello stesso e probabilmente non verrà ritrovato a causa della abbondante presenza della neve che ha colpito il capoluogo abruzzese durante le scorse settimane.

Il pm ha inoltre spiegato che l’accusa di tentato omicidio sarebbe stata formalizzata non solo per l’utilizzo di uno o più oggetti che avrebbero ferito la vittima, ma anche per il mancato soccorso prestato alla ragazza:ci sarebbela testimonianza di almeno una trentina di persone, le quali hanno escluso che il giovane sia venuto a contatto con la ragazza dopo la violenza. Equesta circostanza farebbe presupporre che il militare, molto probabilmente impaurito da quanto accaduto, avrebbe lasciato la vittima esanime a terra e senza soccorrerla, rientrando semplicemente nel locale. Se non fossero prontamente intervenuti il gestore della discoteca e gli addetti della sicurezza, che casualmente si sono trovati in quello spazio esterno al locale, la giovane sarebbe morta per ipotermia.

I vertici del 33esimo Reggimento Artiglieria Acqui,una volta formalizzato l’ordine d’arresto per il caporale Tuccia, hanno attivato tutte le procedure amministrative per salvaguardare l’immagine dell’Esercito e anche dello stesso personale coinvolto. È probabile che nei confronti del giovane scatti la sospensione dall’incarico. Nei giorni scorsi, per due volte, ufficiali del reggimento hanno inviato una richiesta alla Procura della Repubblica dell’Aquila per conoscere la posizione dei tre militari sospettati.

“Prima guardiamo gli atti, devo vedere com’è articolata l’imputazionee quali sono gli indizi di colpevolezza”, ha detto a caldo l’avvocato Alberico Villani, difensore di Tuccia. Sull’ipotesi del tentato omicidio, il legale ha sottolineato: “Devo verificare in che forma è articolata, è facile dire tentato omicidio: si può dare uno schiaffo a una persona che cade e batte la testa ed essere indagati per tentato omicidio”. Villani non si sbilancia nel merito dei prossimi passi della strategia difensiva, anche se nei giorni scorsi aveva affermato che parlando con il suo assistito si era fatto l’idea di un rapporto sessuale consenziente. Il legale sarà all’Aquila nei prossimi giorni: “Vedremo l’ordinanza, e poi valuterò. Sicuramente verrò all’Aquila per l’interrogatorio, che per legge si svolge entro cinque giorni, quindi penso a fine settimana oppure all’inizio della prossima”.

La vittima, intanto, è ancora ricoverata in stato di shock nel reparto di Ginecologia del “San Salvatore” dell’Aquila, dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico e all’applicazione diversi punti di sutura. Ha appreso la notizia dell’arresto del suo aguzzino, ma al momento non ha fatto alcun commento. Nessuna pena, tuttavia,potrà cancellare dalla sua mente quella terribile notte.

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