Sandri, la Cassazione conferma la condanna di Spaccarotella

di Mena Grimaldi

Gabriele SandriROMA. La prima sezione penale della Cassazione ha confermato la sentenza d’appello nei confronti dell’agente della Polstrada, Luigi Spaccarotella, condannandolo a 9 anni e 4 mesi di reclusione in via definitiva.

Per la Cassazione l’uccisione di Gabriele Sandri fu omicidio volontario, “ha sparato per uccidere”. “Giustizia è fatta”, questo il primo commento a caldo del padre del tifoso della Lazio, tra lacrime e commozione alla lettura della sentenza. In aula,oltre ai genitori, erano presenti tanti ami di Gabbo e molti tifosi della Lazio.Una sentenza per i familiari che arriva dopo anni di sconforto,soprattutto quando in primo grado l’agente venne condannato per omicidio colposo con una pena inferiore.

Con la sentenza definitiva si chiude una vicenda che era iniziato l’11 novembre del 2007. In un autogrill, lungo l’autostrada, scoppia una rissa tra supporter laziali e juventini tanto da richiamare l’attenzione di una pattuglia della Polstrada che si trovava nello stesso autogrill, ma dall’altra parte della carreggiata. La rissa continua nonostante le sirene spiegate degli agenti e, a questo punto, Spaccarotella decide di sparare. Il poliziotto spara due volte e un colpo raggiunge al collo Gabriele Sandri che si trova seduto in mezzo sul sedile posteriore della Megane Scenic. Il ragazzo morirà poco dopo.La notizia fa il giro degli stadi e scatena la reazione di molti tifosi che, nello stesso giorno, attaccheranno la sede del Coni e i Commissariati a Roma. L’agente viene subito iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario.

Dopo una guerra di perizie balistiche, nel 2009, in primo grado, Spaccarotella verrà condannato a 6 anni per omicidio colposo. Nel dicembre del 2010, la corte di appello di Firenze, invece, lo condanna a 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario con dolo eventuale. Condanna confermata ora dalla Cassazione.

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