Mills, il pm chiede 5 anni per Berlusconi: “Il reato non è prescritto”

di Antonio Taglialatela

Berlusconi-MillsMILANO. Il pm Fabio De Pasquale ha chiesto cinque anni di carcere per Silvio Berlusconi nel corso del processo Mills.

L’ex premier è accusato di corruzione in atti giudiziari: avrebbe versato, secondo l’accusa, 600mila dollari all’avvocato inglese David Mills in cambio di dichiarazioni reticenti nei processi sulla Guardia di Finanza e All Iberian. La richiesta del pm è arrivata al termine della sua requisitoria, iniziata sabato scorso e ripresa mercoledì mattina.

“C’è certezza, al di là di ogni ragionevole dubbio, della colpevolezza dell’imputato”, ha ribadito De Pasquale, il quale ha poi sottolineato che il reato di corruzione in atti giudiziari contestato a Berlusconi non è ancora prescritto. La data da cui far scattare le lancette della prescrizione, secondo il pm, è il febbraio del 2000 e non l’11 novembre 1999, come hanno indicato i giudici della Corte di Cassazione nella loro sentenza per il “processo gemello” a carico del legale inglese. Dunque, stando al giudizio del pm, i termini di prescrizione del procedimento scadrebbero a maggio.

Lo scorso 22 dicembre, all’ennesimo incalzare delle domande del pm, l’avvocato Mills esclamò: “It’s all fiction”, “E’ tutta una finzione quello che ho raccontato di Berlusconi e Bernasconi”. Mills dichiarò che i 600mila dollari al centro della questione li aveva ricevuti da Diego Attanasio, suo cliente napoletano. Nello specifico, alla formulazione delle domande del pm sulla lettera del 4 maggio 2004 che il legale scrisse al suo fiscalista, Bob Drennan, nella quale Mills parlava di 600 mila dollari come un “regalo di Berlusconi” per le sue testimonianze in alcuni processi, rispondeva: “Tutto inventato”. “Questa parte della lettera è completamente inventata – dichiarava in aula il legale inglese – anche se doveva contenere dettagli realistici per il funzionamento della storia”.

L’avvocato britannico, dunque, non avrebbe mai ricevuto quei soldi da Berlusconi tramite il manager, Carlo Bernasconi. E aggiunse: “Mi vergogno di aver chiamato in causa una persona morta da due anni”, ripete riferendosi a Bernasconi. “Ho dato questa versione perché ero nel panico”. E, come aveva già fatto nella scorsa udienza, ha ribadito che quei soldi in realtà erano un “regalo dell’armatore Diego Attanasio”. Mills avrebbe inventato la storia dei soldi da Bernasconi perché “dovevo giustificare al fisco perché avevo presentato quei soldi come regalo e non volevo causare ulteriori problemi al mio amico e cliente Attanasio e non volevo essere coinvolto in indagini”.

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