Divorzio in un anno. Il “si” della Camera

di Mena Grimaldi

 ROMA. La commissione Giustizia della Camera ha dato il primo via libera al cosiddetto “divorzio breve”. Il primo sì, arrivato grazie ad un accordo bipartisan tra Pdl e Pd, prevede il divorzio in un anno; due se ci sono figli minori.

Il testo abbassa i tempi di attesa tra separazione e divorzio. Nella stessa proposta, si prevede anche lo scioglimento della comunione tra marito e moglie quando il giudice autorizza in tribunale i due a vivere separatamente. Respinti, invece, gli emendamenti presentati dai Radicali e dalla Lega Nord.

Il Carroccio voleva sopprimere la proposta, i Radicali, invece, accorciare ancora di più i tempi. Attualmente la legge italiana prevede due sentenze e un periodo di separazione di tre anni, cosiddetto periodo di “ripensamento”. Ma i tempi si allungano a causa di pratiche burocratiche e tempi della giustizia che devono fare i conti con migliaia di faldoni. Se dovesse passare definitivamente la legge, sarebbe un grande passo della legislatura italiana che, in qualche modi, si adegua alle normative europee in materia di divorzio.

In Svezia il divorzio consensuale è immediato, in Spagna concesso entro due mesi, in Francia tra i tre e i sei mesi e in Germania, invece, dopo un anno di separazione. “E’semplicemente una norma di civiltà”,ha commentato il relatore Maurizio Paniz, del Pdl. Per il capogruppo del Pd in commissione, Donatella Ferranti, è stato trovato “un giusto equilibrio, le nuove norme sono attese dagli italiani e quindi per questo andrebbero calendarizzate presto in Aula”.

Sarà, ora, la capogruppo di Montecitorio,insieme al presidente Gianfranco Fini, a dover decidere quando il provvedimento arriverà in Aula.

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