Egitto, bagno di sangue allo stadio: 74 morti

di Redazione

 CAIRO. Almeno 74 persone sono morte, e un migliaio rimaste ferite, durante gli scontri nello stadio di Port Said, in Egitto, dopo una partita di calcio tra la squadra di casa dell’al-Masri e l’al- Ahly.

Al termine della gara, che ha visto la sconfitta dell’al-Masri, i tifosi locali hanno iniziato a lanciare pietre e bottiglie contro i giocatori di entrambe le formazioni. Subito dopo l’invasione sul campo di gioco e le violenze. I calciatori della squadra avversaria sono stati inseguiti fin dentro gli spogliatoi. La polizia, trovatasi impreparata dinanzi alle migliaia di persone in rivolta, non ha saputo contenere gli scontri, che sono proseguiti anche all’esterno dello stadio. I giocatori sono stati evacuati con degli elicotteri.

Contemporaneamente, un altro episodio di violenza si è verificato al Cairo, durante la partita tra il Zamalek e l’Ismaili. L’arbitro, dopo aver saputo degli scontri a Port Said, ha sospeso la partita e i tifosi per protesta hanno dato fuoco allo stadio.

Secondo i Fratelli Musulmani dietro gli scontri ci sarebbe la mano dei fedelissimi del vecchio regime. In serata il ministro dell’Interno egiziano, Mohamed Ibrahim, ha annunciato che 47 persone sono state arrestate a Port Said. “Molte vittime – ha riferito il ministro – sono morte nella calca. E sta continuando la ricerca di persone coinvolte”. La federazione calcistica, intanto, ha sospeso a tempo indeterminato tutte le partite della Serie A.

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