Omicidio Corvino: nuove ordinanze per Bidognetti e Letizia

di Redazione

Francesco BidognettiArmando LetiziaCASAL DI PRINCIPE. I carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno notificato in carcere delle nuove ordinanze di custodia cautelare a Francesco Bidognetti, 61 anni, detto “Cicciotto ‘e mezzanotte”, capo storico dell’omonima fazione del clan dei casalesi, e ad Armando Letizia, 59 anni.

I provvedimenti traggono origine da un’articolata indagine finalizzata a far luce sull’omicidio di Benito Corvino, commesso a Marcianise (Caserta), lungo viale Carlo III, il 25 giugno 1992 e, all’epoca dei fatti, erroneamente attribuito alla guerra di camorra allora in corso nell’area marcianisana tra i contrapposti gruppi marcianisani dei Belforte e Piccolo.

Le investigazioni, parallelamente condotte mediante accertamenti sul territorio, ricerche documentali in fascicoli processuali ed attraverso recenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia puntualmente riscontrate, tra cui quelle dei fratelli Alfonso e Luigi Diana, Domenico Bidognetti e Francesco Cantone, hanno permesso di acquisire univoci elementi probatori a carico dei destinatari del provvedimento ai quali viene contestato l’omicidio: a Francesco Bidognetti in qualità di mandante ed organizzatore e a Letizia quale istigatore ed esecutore materiale in concorso con un complice poi deceduto.

Chiarito anche il movente, riconducibile ad un’esigenza di vendetta di Letizia che affonda le proprie radici nel 1970, anno in cui Olga Caterino uccise a colpi d’arma da fuoco suo marito Ferdinando Letizia, fratello di Armando, nonché amico di Francesco Bidognetti. Proprio quell’omicidio, commesso a Santa Maria Capua Vetere nell’aprile 1970 dalla Caterino, per motivi passionali connessi ad una relazione extraconiugale che il marito intratteneva con una donna di Santa Maria Capua Vetere, è all’origine della vendetta di Armando Letizia che, non riconoscendo evidentemente alla donna la capacità di commettere il delitto in maniera autonoma, sin da subito si convinse che ad aiutarla nei suoi propositi fosse stato suo cugino Benito Corvino, munendola di una pistola e facendola esercitare con la stessa arma.

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