Fai risarcita nel processo “Normandia”

di Redazione

Giovanni Zara CASAL DI PRINCIPE. Per la Federazione delle associazioni Antiracket Italiana costituitasi parte civile nel processo con rito abbreviato, relativo all’operazione ‘Normandia’, che vedeva tra gli imputati imprenditori, politici ed esponenti del clan dei Casalesi, il gup Paola Russo ha emesso sentenza di risarcimento.

Il processo si è concluso questa mattina, con 25 condanne e tre assoluzioni. Il risultato ed il riconoscimento per la Fai – afferma Tano Grasso, presidente onorario della Federazione – rappresenta un altro importante passo in avanti per la salvaguardia delle regole di mercato non inquinato da poteri occulti e criminali. Con la sentenza di oggi, firmata dal gup Russo, grazie anche all’intervento della Fai, postasi a difesa del diritto degli imprenditori onesti, le regole sono state ripristinate e la legalità tutelata”.

L’inchiesta, che aveva portato al sequestro di beni per circa un miliardo di euro e all’arresto di 14 persone, aveva scoperto un sistema per cui le gare d’appalto pubbliche erano assegnate a una lista chiusa di imprese legate alla camorra.

“Il processo – spiega Giovanni Zara (nella foto), responsabile ufficio legale della Fai – ha dimostrato che gli accusati gestivano le gare d’appalto in modo da farle vincere alle ditte a loro direttamente o indirettamente riconducibili. Un sistema di atti ed azioni illegali, dal quale ne è scaturita un’economia falsata con un evidente danno per tutti quegli imprenditori sani e competenti”.

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