Roberto Straccia, Meluzzi: “E’ stato ucciso”

di Mena Grimaldi

Roberto StracciaPESCARA. Alessandro Meluzzi, criminologo e psichiatra, sarà ascoltato probabilmente nella giornata di martedì dai carabinieri di Pescara sul caso di Roberto Straccia, il giovane scomparso nella città abruzzese il 14 dicembre mentre faceva jogging e ritrovato morto il 7 gennaio sugli scogli di Bari.

Meluzzi che, insieme al generale Luciano Garofano, fa parte del pool di periti nominati dalla famiglia Straccia, sarà ascoltato in merito all’ipotesi di omicidio del ragazzo. Secondo i risultati dell’autopsia, Roberto sarebbe morto a poche ore di distanza dalla sua scomparsa. Il medico legale ha, infatti, accertato che la digestione del ragazzo si è fermata quattro ore dopo l’ultimo pasto. Stando alle testimonianze dei suoi coinquilini, il ragazzo avrebbe consumato il suo pasto intorno alle 12, di conseguenza sarebbe morto introno alle 16 – 16.30. I periti nominati dalla famiglia, tra i quali il professor Meluzzi, valutando una serie di circostanze, episodi, ma soprattutto quanto emerso dall’autopsia, hanno escluso che si possa trattare di suicidio, così come si era parlato inizialmente, e si sono orientati verso l’omicidio.

A parlarcene, in un’intervista, è proprio Meluzzi. “Il generale ha effettuato un lungo sopralluogo ed ha esaminato tutti gli elementi a disposizione. – spiega il criminologo – Dopo averli confrontati con quelli in mio possesso, siamo giunti alla conclusione che la morte di Roberto sia da attribuire ad un omicidio. Una volta capito che non poteva essersi trattato di suicidio per un ragionamento logico deduttivo, abbiamo preso in considerazione le altre due ipotesi: l’incidenteo l’omicidio. Visti i primi risultati dell’autopsia, secondo cui la vittima è entrata in acqua già in stato d’incoscienza, ne è rimasta in piedi soltanto una, quella della morte provocata da qualcuno”.

Meluzzi parla anche della testimonianza di una ragazza, la quale avrebbe visto Roberto alcune ore dopo la sua scomparsa, che potrebbe rivelarsi importante in un’indagine molto più aperta valutando altre ipotesi. “Anche lo scenario della sua caduta accidentale dal molo è inverosimile. – aggiunge Meluzzi – Innanzitutto perché in quel punto l’acqua è fangosa, e quindi avrebbe dovuto piantarsi e non essere certo trascinato dalla corrente a 300 chilometri di distanza. Poi perché i dati dell’autopsia ci dicono che non aveva abbastanza acqua nei polmoni, questo significa che quando è caduto era già in uno stato di semi incoscienza. E’ questo – sottolinea Meluzzi – che mi fa pensare, in un ragionamento di esclusione, che nell’acqua non ci sia finito casualmente né volontariamente”.

Al momento poco si sa sull’eventuale omicidio. Gli inquirenti stanno ascoltando di nuovo tutti gli amici e analizzando i contatti informatici del ragazzo per escludere che qualche dettaglio possa essere sfuggito in precedenza. Roberto viene ripreso dalle videocamere per l’ultima volta sul Ponte del Mare prima di sparire nel nulla, ma non è stato ripreso né da altre telecamere né, nel caso fosse tornato indietro, dalla telecamera che già l’aveva ripreso di spalle. E allora dov’è andato Roberto? Ha incontrato qualcuno? E’ questa la domanda a cui stanno tentando di dare una risposta gli investigatori.

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