Galluccio, festa di Sant’Antonio Abate

di Redazione

 GALLUCCIO. Si rinnova anche quest’anno il tradizionale rito dei fuochi di Sant’Antonio Abate nella ridente comunità di San Clemente di Galluccio.

Attraverso questo culto la comunità manifesta la volontà di non perdere il contatto diretto con quelle radici che hanno contribuito a scrivere la storia di un popolo che ancora oggi si presenta unito, compatto ed orgoglioso del proprio passato. I fuochi, ottenuti attraverso un’accurata disposizione di ceppi (cosiddetti cippuni) di albero a mo’ di pira, vengono disposti dai cittadini al centro delle piazze di tutte le borgate di S. Clemente: Vandresi, Collinverno, Murata, Ceci, Campanili, Tirelli; e delle frazioni: Sipicciano, Vaglie e Galluccio. A S. Clemente le pire vengono disposte in piazza Umberto I ed in piazza orologio per riproporre un’antica sfida.

Le fiamme prendono vita al tramonto del giorno della vigilia, il 16 gennaio, e durano fino alla sera successiva, quando, durante la processione del Santo, al passaggio della statua, vengono alimentati per ottenere fiamme più alte. Durante la notte si veglia, cantando, ballando, mangiando piatti tradizionali e bevendo dell’ottimo vino, rigorosamente locale.

Il fervore e la devozione sviluppatosi intorno alla figura di S. Antonio Abate vanno attribuiti alla grande operosità del parroco Don Augusto Rotoli, all’attenzione posta di fronte a queste tematiche dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Filippo Di Gregorio ed all’impegno del comitato feste che sta già lavorando per la realizzazione di una grande festa a settembre.

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