Santulli: “Intitolare il piazzale della caserma al vescovo Gazza”

di Redazione

Giovanni GazzaAVERSA. “Si propone di intitolare il piazzale antistante l’attuale caserma dei Carabinieri di Aversa a sua Eccellenza Mons. Giovanni Gazza, nato a Parma il 19/7/1924 e morto il 6/12/1998, Vescovo di Aversa, …

… per nomina del B. Giovanni Paolo II, dal 24/11/1980, ininterrottamente per dodici anni, incarico che dovette lasciare per motivi di salute”.

Questo il punto centrale di una mozione presentata dal capogruppo consiliare del Gruppo Unico delle Autonomie Paolo Santulli, per l’approvazione da parte del Consiglio Comunale. Proseguendo nel suo interesse per la storia patria, l’ex parlamentare centrista, così come già aveva fatto con la “scoperta” del sindaco De Lieto, al quale è stata intitolata l’aula consiliare su sua iniziativa. Dopo che questo primo cittadino era salito alla ribalta della cronaca perché era stato riportato in maniera errata il suo cognome nell’albo dei sindaci della città sino a scoprire che fu assassinato da un malvivente.

Il vescovo Gazza, come lo stesso Santulli ricorda, fu: Missionario Saveriano, consacrato sacerdote il 29/6/1949; si occupò per diversi anni della stampa missionaria che poi divenne Centro Educazione alla Mondialità. Missionario in Brasile dal 21/1/1957. Dal 1957 al 1959 Direttore del Centro Saveriano di Azione Missionaria a S.Paulo. Dal 1959 al 1962 Rettore a Jaguapità della prima scuola Apostolica Saveriana in Brasile. Nominato Vescovo di Abaetetuba, Brasile del Nord, il 12/11/1962. Rimase in Amazzonia fino al settembre 1966. Partecipò al concilio Vaticano. Nominato Superiore Generale dell’Istituto Saveriano dal 13/9/1966 al 11/8/1977. Viene ricordato nella nostra Diocesi oltre che per i meriti di aver aiutato a crescere tutte le iniziative pastorali e sociali, per il Suo impegno incessante “con udienze quotidiane i contatti personali con fedeli e sacerdoti; il suo servizio diuturno, svolto con semplicità e modestia, senza mai staccare la spina, ha lasciato un patrimonio di testimonianze e di fede”.

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