Seminario, l’architettura civile a Santa Maria Capua Vetere

di Redazione

 SANTA MARIA CV. Poche persone purtroppo, così come sta accadendo per gli eventi culturali natalizi, hanno assistito ad un evento come quello tenutosi nel Salone degli Specchi.

Il seminario sull’architettura civile cittadino, nobilitato dalla presenza della dottoressa Luigia Melillo, direttore del Laboratorio di Conservazione e Restauro del Museo Archeologico di Napoli, ha visto una seconda parte “molto movimenta”. Durante, ed a seguito dell’intervento dell’architetto Di Patria, c’è stato un’ accesa divergenza di opinioni con la professoressa Jolanda Capriglione che avrebbe dovuto coordinare gli interventi. Riavvolgendo il film del seminario, dopo un saluto flash dell’ indaffarato sindaco Di Muro,la prima parte è stata caratterizzata dall’intervento della Melillo.

L’archeologa di fama internazionale che ha operato per 15 anni a Santa Maria, ha impressionato gli astanti per competenza e semplicità nella riscoperta di scavi importantissimi fatti a cavallo degli anni ‘80. Grazie alla proiezione di immagini, di cui molte inedite, la professoressa ha ripercorso i passi che l’hanno vista protagonista d’importanti ritrovamenti, in quella che era la seconda città dell’Impero Romano. Tra le documentazioni archeologiche più interessanti, sono stati apprezzati il ritrovamento del mausoleo appartenente alla Coop Nuovo Mondo in via Jan Palach.

Di notevole interesse l’ “Officina del Bronzo” in Vico Torre, che giustifica la fama dell’Antica Capua come capitale dell’Impero per la produzione di vasellame, e il Tempio di Diana Tifatina. Importante anche, l’apporto dato dello staff della Melillo per quanto riguarda gli scavi condotti da de Franciscis nel’50, che aveva erroneamente indicato Piazza San Pietro come l’antica sede della Basilica Costantiniana, ora ritenuta invece situata alla Madonna delle Grazie. La parola è passata poi, all’architetto Alfredo Di Patria,noto professionista sammaritano, nonché esponente di un’urbanizzazione moderata. Il discorso dell’architetto ha messo in luce due punti. Il primo, che la Capua Antica è “chiusa nella tomba creata sotto i nostri piedi, voluta anche da uomini di cultura”.

 L’Altera Capua, che contava 70-80.000 abitanti, fu progressivamente ruralizzata a discapito delle vestigia storiche. La città divenne una sorta di recinto delle funzioni di Capua, che qui insediava guarnigioni militari e teneva i suoi prigionieri. Il recupero della città prima dell’ascesa di Annibale è perciò per di Patria impossibile.

Nel secondo punto tuttavia, egli mette in luce la validità del progetto borbonico, per cui Santa Maria riprese una sua dignità, anche sul piano urbanistico. In questo periodo iniziò il progetto di urbanizzazione, che ha visto lo sviluppi di edifici storici, quale palazzo Mazzocchi e poi nei decenni Palazzo Teti, Palazzo Fortini. Questa edilizia storica, che ha una sua dignità, non è stata creata dall’alto ma attraverso un senso di comunità e di coerenza che accompagnava la stessa società.

Da qui le parole accalorate dell’architetto, che ha indicato nell’individualismo dei proprietari e nella mancanza di freno degli amministratori locali nei casi di speculazione edilizia, la causa della deregolamentazione urbanistica odierna. Sarà questa la goccia che avrà fatto traboccare il vaso? Fatto sta, che l’architetto è stato tacciato di strumentalizzazione da parte della professoressa Capriglione, che sta collaborando attivamente per il progetto “La città sotto la città”, con l’amministrazione comunale.

 Di Patria è stato bollato come esponente della “vecchia scuola degli architetti”, ancorata ad una visione pessimistica e ormai datata. Davanti ad un’attonita professoressa Melillo, abituata a ben altri consessi, la professoressa della Facoltà di Architettura aversana, ha infine tagliato corto, dichiarando la bontà del progetto dell’“idealista” Di Muro, che avrà tra l’altro,il merito di smentire i pochi e accalorati sammaritani che la pensano diversamente. Inoltre, può un vecchio urbanista sammaritano ,competere con una professoressa universitaria di Estetica del Territorio? Chi meglio di lei può sapere cosa sia il meglio per Santa Maria? Peccato, come si diceva, che la partecipazione dei cittadini, che pure affollano le strade addobbate a festa, sia stata così risicata. Peccato inoltre, che al primo cenno di dibattito costruttivo e non unilaterale sulla città, tutto venga liquidato come il “parere di uno dei pochi sammaritani”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico