Cimitero, la Pro Loco Volturnum scrive ai cittadini e alle associazioni

di Redazione

 CASTEL VOLTURNO. “Ogni anno il 2 novembre…” non è il primo verso della Livella di Totò che vogliamo ricordare come aderenti della Pro Loco Volturnum Castri Maris (organo di promozione del territorio), …

… ma vogliamo “commemorare” questa fatidica data che desta stupore, sconcerto e meraviglia, quando si visita il cimitero nuovo di Castel Volturno. Lo stesso, anche quest’anno, è oggetto di polemiche. Stiamo parlando dell’area cimiteriale ubicata sulla ex strada provinciale 264, che da oltre dieci anni è interessata da un “cantiere sempre aperto”.

Al riguardo, al di là delle precarie condizioni di alcuni loculi ubicati nei locali che sarebbero dovuti divenire gli uffici amministrativi del luogo santo, nonchè al di là della presenza di alcune stradine in terra battuta e loculi cimiteriali non caratterizzati ancora da una copertura marmorea, nella struttura definita a “Vela”, ieri al centro dei nostri pensieri, quale organizzazione di promozione del territorio di Castel Volturno, era presente lo stato dei luoghi della chiesa del nuovo cimitero di Castel Volturno. Non possiamo fare finta di non vedere, di non sentire, di non toccare… Pertanto abbiamo visto, sentito e toccato…

Non possiamo fare finta di non vedere, che nell’entrare in questo luogo di culto, ancora una volta mancano prese di corrente funzionanti, e dalle pareti macchiate fuoriescono fili elettrici (forse all’atto della costruzione si ipotizzo di apporre delle lampade?). Andiamo avanti. Sempre perché non possiamo fare finta di non vedere, abbiamo visto che ai piedi dell’altare delle celebrazioni sussiste un cavo elettrico non utilizzabile, mentre alzando il capo e osservando la porta, il visitatore si accorge delle ragnatele e della sporcizia che caratterizza visibilmente le vetrate (per fortuna che quest’anno qualche anima beata e privatamente ha pensato di ripulire un poco la chiesa).

Nei momenti di riflessione, durante la celebrazione eucaristica officiata presso la chiesetta da don Giovanni Simone e dal gruppo dell’associazione San Castrese, vi è stato anche il momento di inginocchiarsi e qui la vista purtroppo identifica delle macchie nel marmo della pavimentazione. Quel bel marmo dal colore smeraldo, purtroppo corroso e macchiato per incultura, per necessità e per incuria (Al riguardo abbiamo appreso che saldano in loco le bare…). Quindi dopo avere visto, abbiamo sentito.

Non si può fingere di non sentire: “Mancano le sedie e dove ci sediamo? Chi ha preso le sedie? I bagni della sacrestia sono funzionanti? Che schifo era meglio che non venivamo… ma andiamoci a sentire la Messa nella nostra chiesa a Castel Volturno, almeno stiamo puliti e comodi. Spetta al Comune aggiustare le cose… Spetta ai custodi”. Dopo avere visto e sentito, abbiamo toccato…

Per fortuna la celebrazione eucaristica a suffragio delle anime viventi e defunte si è potuta tenere, ovviamente nel nome di Gesù Cristo. Uscendo dalla chiesa, abbiamo constatato anche lo scollamento dal tetto dell’asfalto coprente. Di fronte allo scempio dei fatti vissuti e constatati, il direttivo della Pro Loco Volturnum, propone quanto segue: in primo luogo occorre una sinergia tra associazioni e cittadinanza con le istituzioni al fine di creare un interesse sempre vivo e partecipativo verso il nuovo cimitero di Castel Volturno. Il cimitero non è solo il luogo del 2 novembre… quando ci accorgiamo qual è lo stato in cui versa il camposanto. In secondo luogo occorre studiare un cammino condiviso verso delle scelte istituzionali al fine di migliorare la qualità dei servizi, con i fondi a disposizione (se ve ne sono).

Noi crediamo che basta poco, basta una nuova coscienza civica, a partire dagli impiegati pubblici per le aree cimiteriali e dai custodi, col finire ai cittadini che vanno a trovare i defunti. Infine siamo disposti a perseguire qualsiasi tipo di iniziativa nell’interesse della comunità, sempre che vi sia un distinguo tra chi intende fare politica a ridosso di una campagna elettorale e chi invece vuole solo mettersi a disposizione per la cittadinanza senza tornaconti personali.

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