“Un caffe’ con Liotto…dai vigili del fuoco”: intervista al comandante Falbo

di Redazione

 AVERSA. Proprio in questi giorni di forte allarmismo dovuto all’eccezionale ondata di piogge li abbiamo visti soccorrere in lungo e in largo le popolazioni alluvionate.

Quante volte ci capita di vedere sulle strade sfrecciare a sirene spiegate le autopompe, questi grossi automezzi dei vigili del fuoco. Pensiamo: chissà dove corrono, dove vanno, che cosa è successo? Sono tanti i pensieri che facciamo. Noi guardiamo solo l’automezzo e non riflettiamo, anche perché andiamo sempre di fretta e non pensiamo che su quel grosso automezzo ci sono uomini in divisa che rischiano la vita. Pensiero che ci sentiamo di estendere a tutti gli appartenenti delle forze dell’ordine visto che tutti rischiano la loro vita per noi, in un modo o in un altro. I vigili del fuoco rappresentano nel nostro immaginario collettivo quegli “eroi” che più si avvicinano alla nostra realtà.

Eroi, sì. Sono sempre in “prima linea”, corrono spediti verso la fonte della “chiamata” e non sanno mai cosa li aspetta. Uomini con un “cuore pulsante”, pronti a interventi di ogni tipo: dalla signora rimasta chiusa fuori casa, il gattino sull’albero, la pentola sul fuoco dimenticata e che produce solo fumo, ma che potrebbe divenire un grande incendio senza il loro tempestivo intervento, fino a palazzi crollati, terremoti, inondazioni, incendi boschivi, inquinamenti ambientali e tante altre rischiose azioni.

Veniamo ai fatti. Appena arrivato nel distaccamento dei vigili del fuoco di Aversa sono stato accolto come un “vecchio amico”: cordialità, disponibilità e tanta voglia di farmi visitare la loro caserma, un per conoscere il “dietro le quinte” di questi valorosi e coraggiosi uomini. Alcuni di loro impegnati in faccende “diverse”, come sistemare il pennone della bandiera, cambiare le corde per issare il tricolore; altri, invece, presi a fare lavori di muratura, a sistemare le aiuole con cordoli intorno alle aree verdi. Certo, a vedere questi uomini presi da queste “faccenduole” così ordinarie può apparire strano, ma è cosa normalissima. I Vigili del Fuoco sanno davvero fare di tutto. Aspetti secondari, questi, ma che rientrano nella loro sfera abituale, per tenere in ordine la caserma, la loro “casa”. Ogni cosa è al suo posto, con una cura quasi maniacale, come nella sala da pranzo e nella cucina dove i nostri amici durante l’ora dei pasti mangiano assieme e si scambiano qualche battuta sulla giornata. Una “calma apparente”, che potrebbe svanire improvvisamente con una segnalazione di intervento. I nostri scatterebbero come “molle” e, in men che non si dica, sarebbero già fuori sulle loro autopompe a correre in salvataggio di qualcuno.

Nel distaccamento di Aversa ci sono 10 unità, suddivise in quattro gruppi, per un totale di 40 uomini. Ogni turno dura dodici ore di lavoro, tra diurno e notturno, salvo emergenze o interventi dell’ultim’ora che richiedono la presenza costante dei vigili del fuoco. Ogni automezzo si compone di cinque unità. Sui mezzi, detti “Aps” (autopompa serbatoio), viaggiano l’autista, il caposquadra e tre vigili. Una vera squadra, ciascuno fa affidamento sul collega, sull’amico che al momento è al suo fianco. Uomini super addestrati al pericolo, sanno come affrontarlo. Andiamo via, li salutiamo, onorati di aver trascorso un po’ di tempo con loro. Lo facciamo anche grazie anche all’architetto Salvatore Longobardo, vicedirigente dei Vigili del Fuoco di Caserta.

Appena usciti dalla caserma, vediamo da lontano un automezzo che sfreccia via veloce a sirene spiegate, sono loro, i Vigili del Fuoco, li hanno chiamati, c’è un’emergenza, forse un gattino da salvare su un albero o un grande incendio da spegnere, ma per loro è uguale. Hanno interrotto il pranzo e sono “scappati” via. Andate, “cari amici”, e ogni qualvolta sentiremo una sirena anche i nostri cuori “pulseranno” e faranno il tifo per voi.

Mario Franco FalboIntervista all’ingegner Mario Franco Falbo, comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Caserta

Comandante, innanzitutto la ringrazio per avermi concesso questa intervista in esclusiva. Lei è di origine calabra. Da quanto tempo è al comando provinciale di Caserta? “Le mie esperienze lavorative in Calabria, Piemonte (a Torino, Vercelli, Novara, Asti ed Aosta) e in Campania, ove, negli ultimi quattro anni, presso la direzione regionale Vigili del Fuoco di Napoli, ho svolto la funzione di vicario del direttore regionale, mi hanno consentito di affrontare con orgoglio questa funzione di comandante provinciale di Caserta, che ormai ricopro da oltre otto mesi. Dalla data di assegnazione, 1 marzo 2011, posso ritenermi soddisfatto ed orgoglioso di avere avviato, proprio in un territorio così importante, dove i bisogni di sicurezza sono sentiti in maniera predominante, un percorso di condivisione degli obiettivi sia a livello interno che a livello interistituzionale, nell’auspicio che ogni fattivo contributo alla cittadinanza, possa essere parte “garante della tutela del cittadino e del territorio”.

La Provincia di Caserta sotto certi aspetti rappresenta un territorio dove la vostra attività si rivela senz’altro impegnativa e difficile. Cosa si sente di dire a proposito? “Come detto prima, il servizio prestato dai Vigili del Fuoco è altamente qualificato e per questo richiede un forte impegno operativo che può essere reso solo quando si esercita continuativamente un’intensa e costante attività addestrativa e di professionalizzazione del personale che compone le squadre. Questo fa intuire quali sono gli sforzi che occorre affrontare in termini di addestramento e di formazione dei Vigili, i quali, nell’esercitarsi sia in ambito locale, regionale e nazionale, orientano il rafforzamento delle conoscenze e competenze, tenendo conto anche dei rischi presenti su tale territorio che si presentano in maniera diversificata, come quello sismico, quello idrogeologico ed tanti altri ancora, fino a quello nucleare, che, nonostante derivi da impianti dismessi (ex centrale di Garigliano), rappresenta comunque un problema reale. Inoltre, la provincia di Caserta, come ogni provincia che si colloca a sud della penisola, appare organizzata con un ‘sistema lavoro-territorio’ dove le variabili risultano estremamente complesse, le cui metodologie risolutive sono spesso di difficile e non preventivabile risoluzione. Ciò perché, oltre ad essere una provincia ‘diversa ed apparentemente sottotono’, ha tantissima gente che lavora incessantemente, imponendo anche alle istituzioni, e quindi al corpo dei Vigili del Fuoco, risposte a richieste di servizi sempre più diversificati ed eterogenei, che spesso vanno oltre a quelli di carattere standardizzato, quindi con un aggravante in termini operativi e formativi che vede il vigile del fuoco casertano maggiormente sottoposto ad un ‘sistema interattivo continuo tra utente, servizio e formazione’, superabile solo quando il lavoro si fa con passione, e di questa il personale tutto ne è portatore sano e  trasmettitore di valida e tempestiva risposta all’utenza. Questo fa sì che la popolazione, nell’essere esigente, fa richiesta di prestazioni istituzionali sempre più complesse che, grazie a quella professionalità contenuta nel Dna e di cui gli ‘uomini in verde’ ne sono portatori sani, eleva il Comando, che mi onoro di dirigere, a livelli di efficienza tra i più significativi in Italia, sia in termini di prontezza, tempestività ed efficacia”.

Quanti e quali sono presumibilmente gli interventi che effettuate sul territorio di Caserta e Aversa? Potrebbe fornirci solo qualche esempio? “Il fatto che miri la sua domanda a Caserta ed Aversa non mi sorprende, poiché queste due realtà sono totalmente diverse seppure con un fattore comune: in termini operativi sono due popolazioni che per numero di interventi annui e per tipologia interventistica sono tra quelli a più elevata attività operativa. E comunque senza trascurare il territorio di Mondragone, che di certo non è meno esigente in termini operativi, tant’è che esso si presenta sul territorio al terzo posto sulla numerica di interventi, seguito a lieve distanza da quello di Teano, dove tra l’altro grava anche il territorio collinare non trascurabile dell’area del Matese, fino ai confini con il Molise. Quest’estate, tra l’altro, è stato svolto anche un nuovo servizio sul litorale Domitio che ha mirato alla tutela dei cittadini sugli specchi d’ acqua ha fatto ricorso ai nostri operatori con moto d’ acqua. Nel corso di quest’anno 2011, fino ad oggi 18 ottobre, sono già stati effettuati circa 7mila interventi di soccorso su tutto il territorio della provincia, tra questi circa il 50% sono interventi che interessano l’area della sede centrale, mentre il 25% circa, e quindi un quarto degli interventi interessa l’agro aversano, mentre il restante 25% viene suddiviso tra le zone di Mondragone e dintorni e zona matese, che fa capo al distaccamento di Teano”.

Allo stato quanti uomini rappresentano la forza operativa attiva a Caserta e quanti ad Aversa. E ritiene sufficienti queste forze? “Tralasciando l’attuale carenza di organico (oltre30 unità) che si accentuerà ancora tra novembre e dicembre 2011, si ha un organico complessivo (tra operativi, amministrativi e funzionari tecnici) di circa 230 unità, il cui organico operativo teorico di 203 unità è ripartito in 4 turni di servizio, che, considerando assenze per ferie e malattie, si riduce ad una presenza effettiva sul territorio di circa 50 unità giornaliera, ripartite tra la diverse sedi. A Caserta, l’organico teorico totale di circa 100 unità consente in ogni turno una presenza effettiva di circa 20 operative al giorno, oltre ad altre 30 unità con compiti amministrativi e tecnici. Ad Aversa, l’organico teorico totale di circa 50 unità consente in ogni turno presenza effettiva di circa 9 unità operative al giorno. A Mondragone e Teano si ha rispettivamente un organico teorico di circa 28 unità, il quale consente in ogni turno una presenza effettiva di circa 6 unità operative al giorno. Come si può vedere, l’effettiva presenza operativa giornalmente disponibile sulla provincia di Caserta non è rilevante. Circa 7 squadre che, rapportate al numero di interventi di soccorso medi annui, circa 9mila, comporta una media significativa che si posiziona oltre ai 4 interventi di soccorso al giorno sul territorio che, grazie alle capacità, al volere e al saper fronteggiare le diverse situazioni con le risorse disponibili, si riesce a fronteggiare le richieste sul territorio. Nelle situazioni particolari è prevista anche l’attivazione di un potenziamento del dispositivo di soccorso, ricorrendo al supporto di altre squadre provenienti dai comandi limitrofi”.

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da sin. Liotto, Falbo e Valentina Liotto  da sin. Liotto, Falbo e Longobardo
 Il nuovo comando provinciale di Caserta Il simbolo dei Vigili del Fuoco di Aversa

I Vigili del Fuoco sono un “Corpo” davvero importante per la società. Cosa vuol dire essere oggi Vigile del Fuoco e quali rischi affrontate ogni giorno?

“Il motto del comando di Caserta è ‘Virtus mea ignem opprimit’, ossia ‘La mia virtù è spegnere l’incendio’. Ecco, secondo me oggi essere vigili del fuoco a Caserta vuol dire avere delle virtù tali da consentirci di affrontare il pericolo quotidiano sapendo che facciamo del bene alla società. Per quanto concerne i rischi, essi fanno parte del lavoro che svolgiamo e, grazie alla formazione professionale e all’esperienza, cerchiamo di ridurre al minimo il rischio latente”.

Un Vigile del Fuoco impegnato a 360 gradi, come riesce a dare tranquillità e serenità ai propri cari? Dentro la divisa c’è un uomo, un padre di famiglia, come vale per tutti gli operatori delle forze dell’ordine. Nel caso specifico come affrontate questo aspetto? “Come tutti ben sanno, affrontare il rischio certamente non è facile né tantomeno auspicabile, e quindi anche le famiglie dei vigili partecipano a questa missione”.

Cosa vorrebbe dire alle persone che leggeranno questa intervista, e cosa si sente di dire ai suoi “uomini”? Un suo consiglio, una sua riflessione. “Auspico di mantenere alti i valori di solidarietà e di attaccamento al bisogno altrui, sia pure con sacrifici che saranno certamente valutati ed apprezzati dalla società e del cittadino, sempre più esigente ed attento all’operato dei soccorritori, quindi con l’elevato impegno professionale e morale che i Vigili del Fuoco dovranno essere in grado di fronteggiare e confrontarsi senza illusioni, ma con la consapevolezza che ogni Vigile del fuoco non è l’eroe immaginario che risolve tutto, ma un uomo che, con dedizione, professionalità e coraggio, affronta il ‘rischio calcolato’ ed aiuta le persone bisognose, tutelando i beni e le cose in genere”.

di Donato Liotto

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