Roghi di rifiuti, appello di Civitas al sindaco

di Redazione

 MADDALONI. Negli ultimi tempi, come accadeva spesso all’approssimarsi del Ferragosto, a Maddaloni sono tornate le fumate nere, colonne di fumo che si levano minacciose da terra e si riversano soprattutto nelle ore serali sulla città, infestandone l’aria già irrespirabile dallo smog.

I luoghi interessati, accessibili ma comunque isolati, sono sempre gli stessi: via Ficucella, ex 256, via Starzalunga, ma l’odore acre si riversa su tutta Maddaloni. Nella serata di mercoledì, quando molti tornavano a casa, sono stati investiti da un forte odore proveniente dalla zona periferica di Maddaloni, a poche centinaia di metri dai primi isolati del zona.

“Il fumo – spiega Alessandro Cioffi, presidente di ‘Civitas è’ – si è alimentato per tutta la notte. In mattinata, si è realizzato l’ennesimo scempio ai danni dell’ambiente, noi di Civitas ci siamo recati sul posto, e da comuni mortali abbiamo lanciato l’allarme. Intanto,le fumate nere, che si innalzavano al cielo erano visibili da ogni angolo della città. Per noi non c’è nessuna differenza tra uno che spara sulla gente ed un criminale ambientale che brucia sostanze tossiche e cancerogene; quest’ultimo dovrebbe essere giudicato e processato allo stesso modo, poiché dare fuoco a certe sostanze equivale a compiere crimini contro l’umanità. Intanto, sui campi è emersa una vera e propria discarica. Rifiuti di ogni genere abbandonati lungo una strada che giunge sui a Via Starzalunga II tratto. Quello che subito ha colpito è l’abbandono, sicuramente non recente, sul terreno, di grosse quantità di rifiuti accumulati da tribù di nomadi, rendendo pericolose le attività di coltivazione da parte dei proprietari. L’aggressività degli elementi, delle sostanze fuoriuscite dai fuochi, hanno invaso migliaia di metri quadrati di terreno”.

Cioffi chiede al sindaco “di intervenire subito e di far dislocare queste persone dai campi che occupano. La gente ha paura. È necessario reagire, presidiare il territorio; prevenire . Lo Stato, i pubblici poteri, non possono più non vedere”.

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