Nuova antenna in zona San Benedetto, insorge Tagliafierro

di Redazione

Aldo Tagliaferro MADDALONI. “Il progresso tecnologico ha innalzato enormemente il livello del campo elettromagnetico, che circonda ognuno di noi e, dato che lo stesso interagisce con la nostra biofunzionalità, non si capisce perché il Comune non si è opposto alla installazione di nuove stazioni per la telefonia mobile”.

E’ la conclusione a cui è giunto il consigliere comunale Aldo Tagliafierro, che chiede la revoca della delibera di giunta, la numero 238 del 6 ottobre scorso, con la quale viene autorizzata la realizzazione di una nuova Stazione Radio Base. Maddaloni è satura di antenne ed il pericolo di esporre i cittadini alle radiazioni elettromagnetiche andava evitato. E’ accertato infatti che l’elettrosmog, al di là di una certa dose, ha affetti biologici negativi per l’uomo, incidendo notevolmente sulla insorgenza delle leucemie.

“Maddaloni – spiega Tagliaferro – è diventata la città delle antenne per i cellulari. Al momento se ne contano ben undici, ma con l’ultima, regolarmente autorizzata dal Comune, si arriva a dodici. I campi elettromagnetici iniziano a preoccupare per il loro impatto ambientale. Per come siamo messi, il sindaco e la giunta potevano risparmiarsi un’altra fonte di inquinamento. Dopo aver detto no al potenziamento della Turbogas, non ha senso che si continui a riempire la città di dispositivi inquinanti, soprattutto in un’area la cui caratterizzazione storica andrebbe tutelata”. L’area di cui parla il consigliere è San Benedetto, che già è in parte è colpita da un’altra Stazione, quella creata a S.Croce.

“Mi sembra esagerato – continua Tagliaferro – allocare due antenne così impattanti e dello stesso gestore nel raggio di pochi metri in linea d’area. Nemmeno i vincoli paesaggistici sono stati tutelati”. Per la verità, le precauzioni prese sono davvero discutibili. E’ lo stesso consigliere a chiarire il perché. “Ho letto la bozza di convenzione, che sarà sottoscritta. Addirittura viene rimandata a distanza di un anno l’accertamento ambientale dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione ambientale. Questo significa che il Comune ha pensato solo ad incamerare soldi, 18 mila euro, senza considerare la salute dei cittadini. Alla messa in servizio – chiarisce il consigliere – il Gestore o l’Asl, attraverso l’Arpac, dovrebbero invece assicurare l’accertamento dell’effetto dalle radiazioni”.

L’avvocato Tagliaferro nella mozione, in cui chiede la revoca della delibera, fa riferimento al mancato principio di precauzione, lasciato cadere inspiegabilmente dall’Ente. “Il principio di precauzione – conclude – rappresenta un’efficace base che un’Amministrazione dovrebbe usare per determinare giuste scelte soprattutto in una città come Maddaloni, la cui situazione ambientale è tra i più allarmanti della provincia. Purtroppo questo non è stato tenuto in considerazione. Come non è stato tenuto in considerazione la necessità di dotare gli edifici esposti alle radiazioni delle necessarie schermature protettive”.

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