Unipol-Bnl, condannati Fazio e Consorte

di Redazione

Antonio FazioMILANO.L’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione dal tribunale di Milano al termine del processo per la tentata scalata a Bnl da parte di Unipol.

Giovanni Consorte, ex presidente di Unipol, è stato condannato a 3 anni e 10 mesi. Assolto, invece, Francesco Frasca, ex capo della vigilanza di Bankitalia. I giudici hanno condannato Unipol a pagare una multa di 720mila euro e a versare una provvisionale di 15 milioni di euro nell’ambito del processo sulla tentata scalata a Bnl.

Antonio Fazio si dichiara “sempre più costernato” e non riesce a trovare “giustificazioni per questa sentenza”: lo ha detto il suo legale, l’avvocato Roberto Borgogno, dopo aver sentito telefonicamente Fazio. Per l’avvocato questa è una “sentenza fotocopia e ingiusta”, dopo quella che ha condannato l’ex governatore a 4 anni per la tentata scalata ad Antonveneta. La sentenza è “assolutamente inspiegabile” per l’avvocato Giovanni Maria Dedola, che difende Consorte. “Siamo serenamente convinti – ha detto il legale – che la condanna non trovi spiegazioni e senza dubbio faremo appello”.

Fazio è stato anche condannato dai giudici della Prima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduti da Giovanna Ichino, a un milione di euro di multa. Per lui i pm Luigi Orsi e Gaetano Ruta avevano chiesto 3 anni e 6 mesi e 700 mila euro di multa.

Le accuse sono di aggiotaggio e ostacolo all’attvità di vigilanza. Condannati anche a tre anni e sei mesi di reclusione e a 900mila euro di multa ciascuno gli immobiliaristi Danilo Coppola, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto, il finanziere Emilio Gnutti, i fratelli Ettore e Tiberio Lonati, il banchiere Guido Leoni, Vito Bonsignore e Francesco Gaetano Caltagirone. Il Collegio ha stabilito che i danni nei confronti di Bbva dovranno essere pagati dalle persone condannate in separate sedi anche se dovrà essere versata una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 15 milioni di euro.

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