Moody’s declassa l’Italia: “Incertezze economiche e politiche”

di Redazione

 ROMA.Moody’s ha deciso di tagliare il rating dell’Italia, portandolo ad A2 con outlook negativo. L’agenzia di rating ha assegnato i nuovi parametri del rating ai Paesi del G7 e ai cosiddetti Pigs.

G7: Usa: AAA, Canada: AAA, Germania: AAA, GB: AAA, Francia: AAA, Italia: A2, Giappone: Aa3. Pigs: Portogallo Ba2, Irlanda: Ba1, Grecia: Ca (un gradino sopra il default) Spagna: Aa2.

Attualmente il rating sul debito sovrano dell’Italia era al livello di Aa2. Il 20 settembre scorso è stata Standard&Poor’s a tagliare il rating dell’Italia fu l’agenzia internazionale di rating Standard & Poor’s portandolo da A+ ad A.

L’Italia paga “le incertezze economiche e politiche” che mettono a rischio il raggiungimento da parte del governo degli obiettivi di risanamento del bilancio. Lo afferma l’agenzia di rating. “Il rischio di default dell’Italia è remoto”. Ma “la vulnerabilità di questo Paese è aumentata”. Secondo Moody’s, l’economia italiana continua ad essere caratterizzata da “debolezze strutturali”. Si tratta di ostacoli alla crescita “che non possono essere rimossi velocemente”.

“Il governo sta lavorando e raggiungeremo gli obiettivi accolti positivamente dalla Commissione Ue”. Questo è stato il commento a caldo di Palazzo Chigi. “Il declassamento è una mazzata. L’Italia è meglio di quel rating, ma se non c’è un cambiamento la sfiducia rischia di tirarci a fondo”,afferma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani.”La borsa non sarà felice e così si blocca il termometro dell’ottimismo che già è scarso”, dice Diego Della Valle a Ballarò, che aggiunge: “È una notiziache non migliora la nogistra condizione e rende ancora più urgente una squadra di governo competente che domattina e non tra due mesi, si riconosca in tutti gli schieramenti politici e si metta al servizio del paese per risolvere in questo anno le emergenze per poi andare al voto”.

TREMONTI: “ITALIA UNICO PAESE CON AVANZO PRIMARIO”. “Con il pareggio bilancio noi abbiamo la tenuta conti anche in assenza di crescita, è meglio avere la crescita certo, ma il pareggio è una sicurezza”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti al termine del vertice Ecofin. “L’Italia è uno, forse l’unico paese al mondo che ha l’avanzo primario”, ha poi affermato il ministro dell’Economia. “Noi siamo in controtendenza e questo contribuisce alla discesa del debito pubblico, siamo sulla strada giusta, altri meno”. “Confesso – ha poi aggiunto Tremonti – che preferirei non avere un avanzo primario, magari avere anche il deficit ma con un debito più piccolo». Per l’Italia «avere un avanzo primario è necessario”, ha rilevato ancora il ministro.

“Il caso Spagna dipende anche da annuncio di nuove elezioni che di per sè è una prospettiva di cambiamento e quindi un’apertura al futuro”, ha poi osservato il ministro, parlando del calo dello spread dei titoli spagnoli rispetto a quelli tedeschi (ora inferiori a quelli italiani). Tremonti ha tuttavia subito precisato in conferenza stampa che non si riferiva all’Italia: “Ma no, ho detto così per dire”, ha aggiunto citando altri esempi di movimento sugli spread, ad esempio quelli sulla Francia. “In Europa noi abbiamo una valutazione sul nostro sistema di pensioni molto buona in merito a solidità e stabilità e io mi riconosco in quel giudizio”, ha sostenuto Tremonti. “Il resto – ha spiegato a chi gli chiedeva su ipotesi di innalzamento dell’età pensionistica – sono considerazioni politiche nazionali che si fanno a Roma”.

“Tutti gli sforzi” dei paesi europei sono “tesi a evitare il default” della Grecia, ha quindi risposto Tremonti chi gli chiedeva se nel vertice era stata affrontata l’ipotesi di un default di Atene. “Questa è la posizione dei capi di stato e di governo” dell’Europa ha aggiunto. “La crisi ha oramai epicentro in Europa, gira intorno ai rischi sovrani e da ultimo si vede anche nelle banche”, ha poi avvertito il ministro. “Se vogliamo gli eurobond dobbiamo avere un livello maggiore di governance” nell’Ue, ha osservato Tremonti. “La discussione fra ministri e anche in politica, ad esempio nel partito popolare, è che serve una governance più forte, un’architettura istituzionale più forte”. “Certo occorre modificare il trattato”, ha spiegato il ministro. “Con maggiore disciplina, controlli e sanzioni in contropartita ci può essere consolidamento fiscale”, ha concluso.

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