Omicidio nel Casertano: arrestato l’assassino di Comella

di Nicola Rosselli

Maurizio ComellaNicola MargaritaCASERTA. Arrestato il presunto assassino di Maurizio Comella, il 48enne ucciso domenica mattina, a Casaluce, nel casertano, con un colpo di fucile da caccia alla testa. Si tratta di Nicola Margarita, 52 anni, del posto.

E’ accusato di omicidio aggravato, ricettazione eporto abusivo d’arma da fuoco clandestina. Stando alle indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Manuela Persico, il movente dell’efferato delitto consisterebbe in un debito contratto dalla vittima e mai onorato nei confronti di Margarita, rafforzato da antiche acredini maturate nell’ambito familiare dell’omicida.

Dopo indagini serrate edecine di perquisizioni (quando i carabinieri si sono presentati a casa di Margarita la moglie è stata colta da malore) si è giunti all’identificazione e all’arresto del presunto omicida che, nella nottata, avrebbe anche confessato, indicando il posto dove è stato nascosto il fucile a canne mozze utilizzato per mettere a segno l’agguato. L’arma, comunque, fino alla tarda serata di lunedì non era ancora stata rinvenuta.

Comella, noto nel paese dell’agro aversano per truffe di piccolo cabotaggio, è stato affrontato da un killer che gli ha esploso in pieno volto un colpo di fucile di grosso calibro. Secondo una prima ricostruzione operata dai carabinieri della stazione di Teverola, in collaborazione con i colleghi del Reparto Territoriale di Aversa, coordinati dal capitano Domenico Forte e dal tenente Giuseppe Fedele, erano le 8.20 quando la vittima si trovava nei pressi del bar “Old station” di Casaluce, nella tratto di accesso alla piazza Ex Alifana. Un uomo si è avvicinato a Comella e gli ha esploso contro un solo colpo di fucile, a bruciapelo, alla testa. L’impatto del proiettile è stato devastante. La scatola cranica si è aperta e materiale cerebrale si è sparso sull’asfalto.

Nessuno avrebbe visto e sentito niente, anche se ci sarebbero dei testimoni. Le modalità dell’omicidio avevano sin da subito fattopropendere per un delitto non legato al mondo della criminalità organizzata, bensì ad un regolamento di conti.

Nel 2009 Comella era stato arrestato per truffa e falso materiale privato. Nella sua abitazionei carabinieri di Aversa, durante una perquisizione, trovarono centinaia di ricevute false di bollette di pagamento dell’azienda che distribuisce gas nell’agro aversano. Sembra che all’epoca si mettesse d’accordo con i destinatari del sollecito di pagamento e millantando una conoscenza con un funzionario delle poste, garantisse la “sistemazione” della pratica, chiedendo, quale corrispettivo, il 50% della bolletta. Era stato scarcerato nel 2010 e fino al luglio scorso stava scontando gli arresti domiciliari presso la sua abitazione.

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